Economia Europea

  •  L’economia dell’Eurozona è cresciuta mediamente negli ultimi 9 mesi ad un ritmo annuo intorno al 2,5%, guidata principalmente dalla domanda domestica, in tutte le sue componenti, e la fase di espansione è geograficamente diffusa: la Grecia è tornata a crescere nel primo semestre ed anche l’Italia ha registrato un ritmo di crescita annuo prossimo di quasi l’1,5%. Con la crescita molto superiore al potenziale, l’eccesso di capacità produttiva sta venendo riassorbito più rapidamente del previsto, come confermato dalla discesa del tasso di disoccupazione, ma le pressioni inflazionistiche rimangono sommesse, mantenendo la BCE relativamente cauta sulla velocità di normalizzazione della politica monetaria.

 

  • Gli ultimi dati macroeconomici puntano ad una stabilizzazione della crescita agli attuali elevati livelli, ma un rallentamento appare probabile a partire dal 4Q, seguendo l’atteso rallentamento delle economie Emergenti e riflettendo l’apprezzamento dell’Euro e l’aumento del prezzo del petrolio. Peraltro proprio i rischi per l’inflazione legati alla forza della divisa potrebbero rallentare ancora di più il ritiro delle misure straordinarie di stimolo monetario della BCE.

 

  • Sul fronte politico, il continente è uscito dal radar degli investitori poiché gli appuntamenti entro la fine dell’anno non sono considerati pericolosi per la stabilità dei mercati. Le elezioni tedesche a fine settembre dovrebbero chiudersi con un nuovo mandato alla cancelliera Angela Merkel, mentre il processo di Brexit sembra orientato verso un esito «soft», con accordo di transizione oltre marzo 2019, ma dopo un percorso accidentato. La campagna elettorale italiana sta entrando nel vivo ed è probabilmente l’unico di rischio politico rilevante a breve termine per la regione. 

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