La manovra non basta. Tuttavia, le acque si stanno calmando e si allontana il rischio del taglio del rating dell’Italia da parte dell’agenzia Moody’s, che esattamente il 17 di giugno ha messo sotto osservazione, con implicazioni negative, il rating sovrano dell’Italia. La manovra, dopo un iter tortuosissimo, è stata approvata a tempo di record, diciamo noi, perché scadevano i 90 giorni, che solitamente Moody’s si prende per “sciogliere la riserva”.Ma fino all’ultimo non sapremo la decisione.In America la settimana prossima ci sarà la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee), e Ben Bernanke annuncerà un roll over del suo immenso portafoglio titoli o qualcosa di simile, forse anche un QE3, e la Grecia sta per chiudere l’Haircut (taglio di capelli inteso come taglio dei titoli di Stato) volontario.Gira voce che anche l’Europa stia per lanciare un programma TARP (Troubled Asset Relief Program), che è un programma del Governo degli Stati Uniti per l’acquisto di beni e patrimonio delle istituzioni finanziarie per rafforzare il settore, forse con un cambio di regole al fondo salva-stati EFSF (European Financial Stability Facility).Andiamo verso il bel tempo, ma per l’Italia può essere una salutare pausa, dopo la burrasca estiva, utile per prendere dei provvedimenti di ampio respiro.Queste tensioni sono le conseguenze di quanto sta accadendo nel mondo.L’affacciarsi alla moderna economia di mercato, di paesi come la Cina, l’India, il Brasile e la Corea, ha messo in seria difficoltà il mondo occidentale.Questi paesi sono ricchi di materie prime, hanno bassissimi costi di produzione e non sono indebitati.I quasi due miliardi di cinesi sulla terra, si sono stancati di andare in bicicletta e vogliono la BMW.E quindi, vogliono una redistribuzione delle ricchezze, che mette in crisi il nostro mondo così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora.Questo ha originato la guerra delle valute, che ha portato la Cina a tenere artificiosamente basso il valore dello yuan, gli USA a stampare moneta per indebolire il dollaro e aiutare i colossi a stelle e strisce nella battaglia quotidiana del fatturato, e l’Europa è finita nell’occhio del ciclone per l’eccessivo indebitamento degli stati periferici, i famosi PIIGS (Pigs in inglese vuol dire maiali quindi -stati che hanno mangiato tanto- e cioè Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).Oltre ai provvedimenti sulla crescita, perché se è vero, che aumentando il PIL si fa diminuire quel rapporto deficit/PIL, che ora viaggia al 120% e deve stare al massimo al 60%, come richiestoci dai leader europei, occorre ridurre il debito pubblico arrivato oramai a 1900 miliardi di euro.Paolo Panerai, direttore di Milano Finanza, nel suo editoriale di sabato scorso, riassume la proposta di legge preparata da Monorchio e Salerno.L’economista e l’ex dirigente del Senato, propongono di perseguire un taglio pesante del debito, ipotizzando, che un pool di banche provveda a far iscrivere ipoteca sul 50% del bene immobile, offrendo, invece che denaro contante, titoli speciali emessi dallo Stato. E’ un prestito forzoso e può essere una delle soluzioni, crediamo che l’importante sia discuterne, poi le ricette sono diverse.Ma, se concordiamo con il meccanismo proposto, noi crediamo che, visto che i debiti sono stati fatti dal Paese, deve essere questo con le sue ricchezze, a pagarli.Siccome si parla da un bel pezzo di privatizzare i gioielli dello Stato, ma gli oppositori del progetto mettono sul piatto le quotazioni scarse dovute alla situazione contingente del Paese, si potrebbe ipotizzare di scambiare, magari ad estrazione oppure su base volontaria con un premio, titoli del debito pubblico con azioni delle partecipate dallo stato italiano. E suggeriamo di fare la stessa identica cosa, anche con l’immenso patrimonio immobiliare dello Stato.E’ un procedimento veloce e ci permetterebbe di azzerare il debito pubblico italiano, in poco tempo.Il beneficio sarebbe di tutti, destra e sinistra, industriali e sindacati, ricchi e poveri.
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