L’economia cinese ha perso slancio nel 2011 e si indebolirà ulteriormente nel primo semestre del 2012. Due sono i fattori principali che hanno causato il rallentamento: il calo della domanda interna in risposta al progressivo inasprimento della politica monetaria negli ultimi 18 mesi e la netta decelerazione delle esportazioni. Sul fronte interno, le autorità hanno avviato un programma di inasprimento monetario, finalizzato principalmente a raffreddare il mercato immobiliare.
Se da un lato il comparto residenziale privato è in fase di rallentamento, quello pubblico è in pieno boom grazie al nuovo Piano quinquennale che prevede di costruire 36 milioni di abitazioni popolari entro il 2015.
L’entità dell’espansione che l’edilizia per fasce a basso reddito sta registrando compenserà la debolezza del settore privato. Nel mercato dei materiali, ad esempio calcestruzzo e acciaio, la domanda del settore privato è più modesta, ma compensata da quella del settore pubblico. Il rallentamento ha interessato anche l’export, la cui crescita è diminuita, da oltre il 23% registrato nel primo semestre 2011, al 13,8%, a causa della debolezza del mondo sviluppato.
Nel complesso, la crescita dell’economia cinese frenerà, scendendo ad un tasso compresso fra il 7% e 8% nel 2012, ma se le autorità dovessero pensare che il rallentamento sta diventando troppo mercato, non esiterebbero ad intervenire con ulteriori misure espansionistiche, come già accaduto nel 2009-10. Per quanto riguarda l’inflazione, l’andamento dei prezzi al consumo ha raggiunto il picco nel mese di luglio al 6,2% per poi scendere al 4,2% a novembre poiché i mercati dell’energia e i prezzi dei generi alimentari hanno registrato un flessione. Nel 2012 l’inflazione si attesterà, in media, sul 3,5% i.
Devi accedere per postare un commento.