L’elemento catalizzatore di breve (trigger): la debolezza dell’amministrazione Trump è sempre più evidente dopo il licenziamento del responsabile per la comunicazione Scaramucci assunto pochi giorni prima ed è la causa dell’ultima ondata di debolezza sul dollaro che ha comportato la rottura della resistenza posta in area 1.17
Tecnicamente il superamento stabile di area 1.17 rappresenta l’uscita dalla fase laterale che ha caratterizzato il movimento del cambio dal 2015 e il ritorno al trend rialzista di Euro contro Dollaro con target che si collocano per il 2018 in area 1.23.
Un cambiamento di questo tipo implica però una svolta di lungo periodo e non è sufficiente una rottura di poche sedute per confermarlo.
Nel breve è possibile un pullback a favore del dollaro.
Graficamente in area 1.1877 esiste ancora una resistenza rappresentata dai minimi del 2010 che potrebbe frenare l’attuale rialzo
I fondamentali:
1) il differenziale a 2y dei tassi reali Euro vs US è ora leggermente meno sfavorevole all’euro (quello a 10y in misura più marcata),
2) il surplus corrente dell’area Euro del 3,4% del GDP si confronta con un deficit del 2,4% sul GDP degli USA,
3) in termine di OEDC PPP (cambio a parità dei poteri d’acquisto come calcolato dall’OCSE) l’euro è sottovalutato del 12% ca vs dollaro
L’Euro potrebbe continuare a rivalutarsi verso dollaro, riportandosi nel tempo più vicino ai suoi valori fondamentali grazie a:
1) la ripresa dell’economia europea
2) la riduzione del rischio politico in Eurozona e il suo aumento negli USA
3) le politiche gradualmente meno espansive della BCE
4) la probabile rinuncia dell’amministrazione Trump all’introduzione della border adjustment tax e, più in generale, la sua incapacità di portare avanti le riforme per stimolare la crescita dell’economia USA. A ciò si aggiungono le indagini giudiziarie che riguardano il Presidente Trump, a rischio di impeachment.
Il nuovo target del cambio eurodollaro si colloca in area 1.20 a fine 2017 e in area 1.25 a fine 2018.
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