I leader dell’Unione Europea si sono incontrati per concordare una risoluzione della crisi greca e del possibile rischio contagio dei paesi periferici della zona Euro. L’accordo salva Euro, che rischia di essere un fantasma, è costituito da tre pilastri:
1. Agli investitori privati sarà chiesto di partecipare volontariamente alla ristrutturazione del debito greco, e gli stessi dovranno accettare una svalutazione del 50%sul valore nominale dei titoli obbligazionari greci detenuti in portafoglio;
2. Il potenziamento del fondo salva-Stati (EFSF) sarà più efficace, grazie a due diversi strumenti:
– Saranno offerte garanzie per le nuove emissioni dei titoli di debito dei paesi sotto attacco degli operatori
– Sarà incrementata la dimensione del fondo attraverso l’uso di un SPV (Special Purpose Vehicle), il quale dovrà attrarre gli investimenti sia pubblici, che privati.
3. Le banche europee dovranno avviare ricapitalizzazioni con l’obbiettivo di portare il Core Tier 1 (indice di solidità patrimoniale) alla soglia del 9%. Per finanziare l’aumento del capitale, le banche dovranno trovare il denaro attraverso le proprie risorse, in seguito potranno richiedere l’aiuto degli Stati e in ultima fase dell’EFSF, che potrà rendere disponibili 100 miliardi di euro.
In aggiunta a quanto sopra citato, l’EFSF, potrà acquistare bond sul mercato secondario anche congiuntamente con la Banca Centrale Europea. Infine, sono stati annunciati alcuni programmi per migliorare l’integrazione politica e fiscale principalmente attraverso maggiori controlli sul piano fiscale. Nonostante l’intesa non sia conclusa in maniera definitiva, i differenti step dell’accordo vanno nella giusta direzione e confermano che i governi europei sono disposti a prendere decisioni rilevanti per mantenere unita l’Unione Monetaria Europea. Dobbiamo restare in attesa di ulteriori dettagli dei tre pilastri, poiché non vi è ancora un accordo formale su quale sia l’eventuale capacità di leva del fondo. Vi sono ipotesi che la sua attuale capacità d’indebitamento tra 200 e 250 mld € possa essere accresciuta di 3-4 volte, il che ha portato a ipotizzare che la nuova dimensione disponibile sia di circa 1 trilione di euro, cifra sufficiente a supportare la necessità di finanziamento d’Italia e Spagna fino al 2014. Il recente accordo forniva un via libera da parte del FMI (Fondo Monetario Internazionale) per sbloccare i fondi che la Grecia deve ricevere per la tranche di prestiti scaduti a settembre. Ora il referendum greco riapre tutti i giochi, consentendo alla speculazione di prendere in ostaggio l’Italia per ricattare la Germania o far saltare l’euro. La rumba ricomincia ed ogni giorno è un altro giorno.