CONTI DEPOSITO La metamorfosi

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Vincoli fino a 5 anni: la metamorfosi dei conti deposito

BANCHE Il nuovo modo per raccogliere mezzi freschi a costi spesso più bassi dei bond

Fino al 5% di interesse recita la pubblicità di un noto istituto bancario italiano. Un’offerta valida per i nuovi correntisti che depositano e vincolano fino a 5 anni il loro denaro.

Un tasso davvero sorprendente per uno strumento che i più considerano un parcheggio temporaneo della liquidità, a maggior ragione se paragonato ai rendimenti espressi dai titoli di Stato a 1, 3 o 5 anni ovvero quei BOT o BTP che a seguito dell’intervento della BCE hanno raggiunto nuovamente tassi inferiori al 2%, 3% o 4% sulle differenti scadenze.

Dovrebbe apparire perciò evidente come le banche cerchino di compiere una mutazione “genetica” dei conti di deposito, trasformandoli da attività per gli impieghi del denaro a brevissima scadenza ad investimenti di più lungo termine.

Tali depositi sembrano sempre più simili a delle obbligazioni bancarie, seppure sulla carta le condizioni e le caratteristiche differiscono notevolmente ma ormai i migliori rendimenti possono essere ottenuti solo su scadenze sempre più lunghe e con vincoli più stringenti.

Questa tendenza è in forte crescita a partire dall’estate 2011, ovvero da quando i titoli di Stato italiani sono entrati nel frenetico vortice della speculazione ma ancor più dalla successiva e sempre più crescente difficoltà a “piazzare” obbligazioni bancarie da parte degli istituti di credito.

Gli eventi di stress che hanno agitato il sonno di molti affezionati detentori di obbligazioni bancarie, stanno probabilmente forzando il marketing finanziario a trovare nuove strade per “stuzzicare” l’appetito assai limitato dei risparmiatori nostrani e questo nuovo approccio appare indispensabile per riuscire a rifinanziare tutte le obbligazioni in scadenza nei prossimi mesi ed anni.

La massa di titoli collocati nell’ultimo decennio è enorme e sono ben presenti nei portafogli dei risparmiatori, in quanto gli sportelli bancari hanno venduto per anni a mani basse, con molta facilità e senza tanti indugi miliardi di obbligazioni ad investitori spesso ignari dei rischi insiti in emissioni non sempre di qualità oppure un po’ troppo convinti di un rischio similare ai titoli di Stato.

Ecco allora che la garanzia fino a 100.000 euro per istituto e per intestatario, offerta dal fondo interbancario di tutela dei depositi, consente di confezionare uno slogan di marketing eccezionale da rivolgere allo spaventato ed ingenuo risparmiatore che desidera impiegare la sua liquidità, oppure che deve reindirizzare il denaro recuperato man mano che scadono i titoli ma che spesso non vuol più reinvestire in quel modo.

«La garanzia del fondo interbancario, più un tasso considerato migliore, per un numero di anni ritenuto non eccessivo » porta ad una più facile raccolta del denaro dei clienti da parte delle banche, in quanto molti, se non tutti gli analisti o i venditori di tali strumenti ritengono che, nel caso in cui un medio/grande istituto fosse in difficoltà, lo Stato sarebbe costretto ad intervenire con un salvataggio e dunque vi è la generale convinzione che non sia possibile perdere.

E’ pur vero però che negli ultimi anni abbiamo assistito più volte alla caduta di varie credenze, a partire da Lehman Brothers e fino alla Grecia, perciò ogni risparmiatore dovrebbe aver compreso che in finanza il pasto gratis non esiste e ogni volta che si avvicina ad uno strumento finanziario anche semplice come l’apparente conto deposito deve porsi la domanda di quali rischi corre.

Una cosa appare certa: per le banche sarà un fantastico mezzo di raccolta fondi a tassi di finanziamento spesso più bassi della normale emissione obbligazionaria, con l’implicito scarico di responsabilità e di rischio sullo Stato italiano mentre solo in futuro sapremo se tali operazioni saranno di altrettanto interesse per i risparmiatori o per i cittadini.

 

L’autore della rubrica – “Risparmio, i conti in tasca” pubblicata su www.lanuovaprimapagina.it , è a cura del nostro consulente RUBENS LIGABUE, professionista certificato EFA – European Financial Advisor, associato SIAT – Società Italiana Analisi Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari.

Per domande e chiarimenti potete scrivere a: rubens.ligabue@gmail.com

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