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 Il rally del petrolio è ripreso nelle ultime sedute del 2017, aggiornando i nuovi massimi dell’anno oltre quota 60 US$/barile per il WTI e oltre 66 US$/barile per il Brent, grazie alla debolezza del US$, che ha sostenuto l’intero complesso delle materie prime, ed al flusso di notizie complessivamente  favorevole.  In   particolare,  gran   parte   del   rialzo   è avvenuto nella seduta del 26 dicembre, a seguito dell’esplosione ad un oleodotto in Libia che ha rimosso temporaneamente 60.000/70.000 barili al giorno dal mercato. Inoltre il piano fiscale dell’Arabia Saudita per i prossimi 6 anni è stato interpretato come positivo per il mercato petrolifero, dal momento che prevede il ritorno al surplus di bilancio pubblico anche grazie ad un aumento dell’80% delle entrate petrolifere, legato sia all’aumento della produzione che del prezzo. Infine i report settimanali USA mostrano un rallentamento  dell’attività  estrattiva  sul  finire  d’anno  a  fronte  di  una continua riduzione delle scorte.

Il rally dei metalli industriali è continuato quasi ininterrottamente, guidato dal rame, che ha testato i massimi degli ultimi 4 anni, dopo la decisione a sorpresa delle autorità cinesi di bloccare la produzione del più grande raffinatore locale per ridurre l’inquinamento. Gli indici PMI Manifatturieri cinesi usciti nelle ultime 2 sedute, complessivamente positivi, hanno sostenuto ulteriormente il comparto. L’oro è tornato di slancio sopra quota 1300 US$/oncia beneficiando dell’indebolimento del US$ e dell’andamento sottotono dei rendimenti obbligazionari negli USA.

 

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