Commodities, il punto

1307498006575-commodities Continuano ad essere deboli le quotazioni petrolifere che, oltre al generale clima di incertezza legato all’evoluzione della situazione greca e alle turbolenze della borsa cinese, hanno scontato l’aumento delle possibilità di un imminente accordo tra la Comunità Internazionale e l’Iran sulla questione nucleare. Il WTI è rimasto stabile sotto i 53 dollari mentre il Brent si è riportato sopra i 58$ al barile, ma hanno ripreso la discesa nella seduta odierna sull’imminenza dell’accordo sul nucleare iraniano. Le ultime statistiche dell’EIA hanno evidenziato un aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti superiore alle attese, con la produzione che resta vicino ai massimi. Inoltre è emerso il secondo aumento settimanale consecutivo del numero di trivellazioni dallo scorso dicembre. In crescita il gas naturale che, nonostante l’aumento delle scorte USA, ha beneficiato delle previsioni di temperature sopra la media negli Stati Uniti, che dovrebbero favorire un aumento della domanda di energia per il condizionamento.

Dopo aver segnato il minimo degli ultimi 6 anni, le quotazioni del rame sono rimbalzate, favorite dall’intervento delle autorità cinesi per stabilizzare il mercato azionario domestico. Le scorte presso il LME sono cresciute sui massimi dell’ultimo mese, mentre si è interrotto il calo delle scorte a Shanghai che durava da tre mesi. Poco mosso l’oro che si è dimostrato abbastanza insensibile alle vicende legate alla Grecia e all’equity cinese, elemento che dimostra come il driver principale per l’oro rimanga la politica monetaria della Fed e l’evoluzione dei tassi reali USA.

Positive le materie agricole; il mais ha fatto registrare il massimo dell’ultimo anno spinto dalla revisione al ribasso delle stime sulla produzione effettuate venerdì scorso dall’USDA. In crescita anche la soia, mentre il grano ha sottoperformato il comparto dei cereali penalizzato dalle nuove stime USDA che hanno aumentato le attese sui prossimi raccolti.

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