Commodities

201312241605549290154 I dati sono negativi: l’S&P GSCI, l’indice “broad” delle commodity, ha perso il cinque percento dall’inizio dell’anno (al 18 novembre 2013), e per il 2014 le materie prime offrono prospettive più modeste rispetto ai mercati azionari.

Mentre la ripresa economica globale suggerisce una domanda di commodity più elevata, da un punto di vista fondamentale vi sono pochi motivi per aspettarsi un anno superiore alla media per questa asset class. In primo luogo, l’inflazione attualmente non è un tema scottante e anche le aspettative sono moderate, soprattutto a causa della situazione nel settore energetico. Gli Stati Uniti, il più importante mercato energetico al mondo, sono avvantaggiati dallo sfruttamento di nuovi giacimenti di gas e shale oil, e l’offerta di infrastrutture è ulteriormente aumentata grazie alla capacità aggiuntiva dei gasdotti. Inoltre, nei Paesi produttori del Medio Oriente le tensioni geopolitiche si sono recentemente attenuate, pertanto i prezzi energetici continueranno probabilmente a normalizzarsi nel corso del 2014. Il quadro è simile per i metalli industriali quali il rame. L’aumento della domanda indicato dal calo delle scorte potrebbe risultare controbilanciato dall’atteso rialzo della produzione nel 2014. L’opinione generalizzata, secondo cui i prezzi delle commodity solitamente mostrano una crescita superiore alla media quando i tassi di interesse aumentano, potrebbe quindi essere confutata. La differenza, nel contesto attuale, è che il previsto aumento dei tassi di interesse molto probabilmente non sarà causato da una forte ripresa economica, ma piuttosto dal timing del tapering della Fed. In uno scenario di minori timori per l’inflazione, dominato dal dibattito sul tapering e dal potenziale aumento dei tassi di interesse, l’oro e gli altri metalli preziosi hanno sofferto. Il momentum negativo di queste materie prime dovrebbe essersi momentaneamente esaurito, mentre aumentano i motivi di ottimismo per i risultati relativi all’intero anno, in particolare grazie alla robusta domanda di articoli di gioielleria proveniente dall’Asia e agli acquisti di oro da parte delle banche centrali.

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