Commodities

 Nella prima settimana di contrattazioni del 2018, il prezzo del petrolio si è portato ai massimi da maggio 2015, oltre 61 US$/barile per il WTI e oltre 67 US$/barile per il Brent, grazie al flusso di notizie favorevole sia sul fronte della domanda (dati macroeconomici favorevoli e condizioni meteo estreme negli USA) che dell’offerta, in particolare negli USA. In attesa delle allocazioni per  il   mese  di  febbraio  delle  esportazioni  saudite,  l’attenzione  degli investitori è stata focalizzata sui report settimanali americani, in particolare la contrazione del numero degli impianti estrattivi in attività, dopo due settimane di stabilità, e la continua discesa delle scorte. Prese di profitto hanno invece colpito i metalli industriali dopo il forte rally di dicembre,   probabilmente   in   anticipazione   di   un   rallentamento   della domanda con l’avvicinarsi delle festività del Capodanno cinese. La generale debolezza del US$ ha spinto l’oro verso quota 1320 US$/oncia, ma tra i metalli preziosi l’attenzione è stata in gran parte concentrata sul palladio, che continua ad aggiornare i massimi storici dopo il rialzo del 56% nel 2017, sull’aspettativa  che  il  mercato  sarà  in  deficit  di  offerta  a  causa  della domanda molto elevata del settore automobilistico per catalizzatori

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