Commodities

 I mercati delle materie prime hanno registrato perdite consistenti nell’ultima settimana, guidati dai metalli industriali e preziosi, ma stanno     recuperando terreno  all’inizio  della  settimana  corrente  con  il  ritorno  degli  acquisti  sul petrolio.

Le attese prese di profitto sul petrolio post-vertice OPEC sono state di breve durata, con le quotazioni spinte nuovamente sui massimi da metà 2015, in area 58 US$/barile per il WTI e 65 US$/barile per il Brent, dalla notizia della chiusura  di  uno  degli  oleodotti  principali  del  Mare  del  Nord.   L’oleodotto rimarrà    chiuso     probabilmente    per    diverse     settimane,    con    estese conseguenze sul mercato petrolifero, dal momento che i suoi flussi sono il principale costituente del paniere di greggi sul quale viene prezzato il Brent. Sui  fondamentali,   il  flusso  di   notizie  è  in   linea  con  quello   delle  ultime settimane,  con   l’aspettativa  di   un  rispetto   molto  elevato   dei  tagli   alla produzione  OPEC  anche  per  novembre  a  fronte  di  un  continuo  aumento dell’attività estrattiva negli USA.

Prese  di  profitto  pesanti  hanno  colpito  i  metalli  industriali,  principalmente sulle notizie in arrivo dagli USA e dalla Cina. La riforma fiscale americana non è  particolarmente  di  supporto  alla  domanda  di  metalli,  dal  momento  che riduce la detraibilità degli interessi sui mutui, con potenziali effetti negativi sul  settore  dell’edilizia;  inoltre  la  sopravvivenza  del  sussidio  per  l’acquisto delle  auto  elettriche   è  a  rischio,  essendo   eliminato  dalla  versione  della Camera ma mantenuta in quella del Senato. Infine l’aumento delle scorte di rame al London Metal Exchange ed allo Shanghai Futures Exchange segnala che  le   misure  economiche   restrittive  in   Cina   si  stanno   potenzialmente ripercuotendo negativamente sulla domanda in quel Paese.  Debole l’oro, per il quale il passaggio della riforma fiscale USA è negativo dal momento che aumenta la probabilità di una politica monetaria della Fed più restrittiva  nel  2018;   l’attenzione  è  per   la  riunione  del   FOMC  di  questa settimana.

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