Commento sulle commodities

PDF_commodities_wide Prese di profitto hanno interessato il petrolio nell’ultima settimana, riportando il Brent ed il WTI rispettivamente sotto quota 60 e 50 US$/barile. Anche se il Brent ha maggior supporto grazie alla solida domanda delle raffinerie (ma non negli USA, dove molti impianti sono in manutenzione) ed a problemi alle forniture in Libia e Iraq, l’eccesso di offerta sul mercato americano non dà segni di attenuazione (le scorte di greggio continuano ad aumentare ed il calo delle trivellazioni a rallentare), limitando il potenziale di rialzo delle quotazioni sui mercati mondiali. Le temperature polari sulla costa orientale degli USA hanno sostenuto le quotazioni del gas naturale nonostante l’aumento delle scorte.

Deboli i metalli industriali, benché l’attività sia molto limitata dall’inizio delle festività per il Capodanno cinese. La riduzione delle tensioni in Grecia dopo l’accordo per l’estensione del programma di salvataggio per ulteriori 4 mesi e le continue pressioni al rialzo sui tassi USA hanno pesato sull’oro, che sta tentando di rompere al ribasso quota 1200 US$/oncia.

Deboli le commodities agricole, nonostante il Dipartimento all’Agricoltura USA abbia presentato stime per le superfici coltivate nell’annata 2015/2016 inferiori alle attese per le principali colture. In particolare in deciso ribasso il frumento dopo che l’Egitto ha cancellato gli acquisti di grano USA preferendo quello francese e rumeno più a buon mercato. Lo zucchero ha raggiunto i minimi degli ultimi sei mesi sulla continua debolezza del real brasiliano (che incoraggia i coltivatori ad esportare per incassare US$) e sull’introduzione di sussidi per l’export in India. Ancora in recupero il cotone sull’aspettativa di diminuzione della superfice coltivata dopo i prezzi bassi nell’ultimo anno.

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