Commento sulle commodities

commodity-trading La decisione dell’OPEC di lasciare invariato il tetto di produzione a 30 milioni di barili al giorno ha innescato un forte movimento ribassista delle quotazioni petrolifere, con il WTI e il Brent che nella seduta di venerdì sono scese rispettivamente sotto i 66$ e 70$ al barile, per poi recuperare all’inizio di questa settimana. Nel meeting dello scorso giovedì, nonostante il dissenso di alcuni paesi membri, ha prevalso la strategia dell’Arabia Saudita di difendere le attuali quote di mercato a scapito dei prezzi e di limitare in questo modo l’espansione della produzione di shale oil statunitense. Il movimento sul petrolio ha penalizzato anche il gas naturale, con il mercato che ha ignorato il forte calo degli stoccaggi e si è concentrato sulle previsioni di temperature più miti a dicembre negli USA.

Settimana negativa anche per i metalli industriali che non hanno beneficiato in modo particolare delle nuove misure espansive annunciate dalla Banca Centrale Cinese. Il rame è sceso sui minimi degli ultimi 4 anni, nonostante il taglio dei target di produzione per il 2015 annunciati sia da Codelco che da BHP Billiton. Poco mossi i metalli preziosi, in linea con l’andamento dell’ultima settimana del dollaro.

La debolezza del petrolio unita all’apprezzamento del biglietto verde dovrebbero tenere sotto pressione il comparto nei prossimi mesi. Andamento eterogeneo per le materie agricole: in calo la soia, penalizzata dal buono stato di avanzamento della semina in Sud America e dal calo delle esportazioni USA, mentre salgono mais e grano, quest’ultimo favorito dai timori che la Russia possa introdurre delle limitazioni alle esportazioni.

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