Commento ai mercati valutari

mercato_delle_valute Lo stress sugli asset dei Paesi Emergenti è rimasto elevato nel corso dell’ultima settimana ed in particolare sulle valute, anche se in progressiva attenuazione dopo gli interventi di alcune Banche Centrali locali. Alimentato da un flusso di dati macroeconomici USA non particolarmente brillante (anche se probabilmente distorto dalle condizioni climatiche avverse), inoltre, gli investitori stanno iniziando a prezzare il rischio di rallentamento dell’economia americana, un fattore di rischio sistemico ben più rilevante di quelli idiosincratici dei Paesi Emergenti (con l’eccezione di quello legato all’economia della Cina), contribuendo a mantenere il clima di avversione al rischio sui mercati finanziari.

Le valute classiche di funding hanno continuato a beneficiare in questa situazione, guidate dallo yen che si è riportato in area 101 contro US$ accompagnato da ampi rovesci sulla Borsa di Tokyo. Il dato sull’inflazione europea più bassa delle attese in gennaio ha rinfocolato l’aspettativa che alla riunione della BCE di giovedì possano essere annunciate nuove iniziative per fronteggiare i rischi deflazionistici per l’Eurozona, con la conseguenza di spingere EUR/US$ in area 1,35 dopo aver lungamente sovraperformato a dispetto della fase di avversione al rischio. Sul fronte delle valute emergenti, la riunione straordinaria della Banca Centrale Turca (CBRT) sembra aver placato le vendite sulla lira turca, anche se vi sono forti dubbi che le iniziative siano sufficienti ad arrestare la tensione.

A dispetto dei significativi rialzi dei tassi di riferimento tra 400 e 500 bp, il cambio del tasso di rifinanziamento principale implica che la stretta monetaria complessiva è di fatto di 225 bp, appena in linea con il consenso; questo può indurre i mercati finanziari a testare nuovamente la risolutezza della Banca Centrale, soprattutto dal momento che questa ha tenuto aperto lo spazio per alzare i tassi fino al 15%. Meno efficace della CBRT è stata la Banca Centrale del Sudafrica, che ha aumentato a sorpresa i tassi di 50 bp al 5,5% ma con limitati effetti sul rand.

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