Dopo il summit di Helsinki tra Trump e Putin, conclusosi senza particolari annunci, l’attenzione del mercato è ora incentrata sulle audizioni al Congresso (in programma oggi e domani) del Governatore della Fed Powell. Nel frattempo il EURUSD è in leggero rialzo nonostante l’assenza di notizie rilevanti dall’area euro e il dato migliore delle attese sulle vendite al dettaglio negli Usa. Come atteso, mercoledì la Banca centrale del Canada (BOC) ha aumentato i tassi di 25pb a 1.50% e confermato le sue stime favorevoli per l’economia (il mercato immobiliare inizia a dare segni di stabilizzazione), nonostante i rischi di una guerra commerciale con gli Usa. La decisione ha lasciato poco mosso il Cad che rimane tra le valute più deboli del G10 a causa dei prezzi del petrolio più deboli. La valuta giapponese è scesa contro le principali valute (USDJPY gira ora a 112,89) mentre il dollaro neozelandese recupera dopo il dato sull’inflazione del 2Q (inferiore alle attese ma in forte recupero rispetto al 1Q). Nessuna novità dai verbali della ultima riunione della Banca centrale australiana (la Banca ha ribadito che non ritiene opportuno un rialzo dei tassi a breve termine) mentre la valuta australiana rimane da inizio mese nel range tra 1.34 e 1.35 contro USD. Sterlina in ribasso nonostante i dati positivi sul mercato del lavoro inglese (pubblicati oggi). Il EURGBP gira intorno 0.88 complice l’incertezza sulla Brexit e sulla possibilità di rialzo dei tassi a agosto. Dopo i rialzi preventivi di giugno, la Banca centrale dell’Indonesia dovrebbe lasciare il suo tasso di riferimento invariato al 5,25% questo giovedì senza particolari effetti sulla IDR. I prezzi più bassi del petrolio si riflettono in maniera contrapposta su Rupia indiana e Rublo: la prima recupera, seppur leggermente, mentre la seconda scende in particolare contro Euro. La Banca centrale sudafricana (SARB) si riunisce questo giovedì ed attesa mantenere Il suo tasso di riferimento invariato al 6,50%. Tuttavia i rischi sull’inflazione al rialzo (a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dal Rand più debole) potrebbero spingere la SARB a rivedere la sua politica monetaria.