Cambio EURUSD in risalita (intorno a 1.24) nonostante l’esito elettorale inconcludente in Italia (in Germania invece la base del SPD ha votato a favore di una alleanza con il CDU della Merkel) e la retorica più “hawkish” delle attese del nuovo Governatore della Fed Powell. Le attese sono ora per la Bce di giovedì (che annuncerà le sue stime per crescita e inflazione) e i dati sul mercato del lavoro americano in uscita venerdì. La maggiore incertezza sui mercati ha favorito lo yen, sostenuto anche dalle attese del mercato per una riduzione dello stimolo monetario nonostante Kuroda (Governatore della BoJ) abbia dichiarato che la BoJ non intende cambiare la sua policy prima del 2019 e prima di raggiungere il target del 2.00% dell’inflazione. Sterlina debole sulla Brexit: l’UE potrebbe predisporre un piano generico post Brexit, lasciando al Regno Unito l’onere di negoziare in futuro accordi con l’UE sul commercio e libera circolazione. Come ampiamente previsto, la Banca centrale australiana ha lasciato oggi i tassi invariati a 1.50%. La decisione ha lasciato poco mosso il dollaro australiano che ha tuttavia beneficiato del dato in miglioramento sulla bilancia dei pagamenti australiana. Ora le attese sono per il dato sul Pil in uscita domani. La Banca centrale polacca si riunisce domani ma l’appuntamento non dovrebbe riservare particolari sorprese: i mercati si aspettan un primo rialzo dei tassi nel Paese non prima del 2019. Anche la Banca Centrale canadese (BOC) è attesa domani mantenere i tassi invariati a 1.25%. Nel frattempo continua la debolezza del CAD alimentata in parte dall’incertezza sul NAFTA (lunedì in Messico si conclude il settimo turno dei negoziati), tanto più dopo l’introduzione dei nuovi dazi USA. Sul fronte emergenti continua la debolezza della rupia indonesiana: la IDR subisce il calo del mercato obbligazionario locale e le attese per un rialzo dei tassi più rapido negli Usa.
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