Commento sui mercati valutari

 Il  flusso  di  dati  macroeconomici  relativamente  positivo  (sui  fronti  del mercato del lavoro e della fiducia delle imprese), la speculazione sul successore  di  Janet  Yellen  alla  guida  della  Fed  e  l’approvazione  della proposta di budget 2018 al Senato hanno sostenuto nell’ultima settimana il US$. In particolare, la rosa di candidati più probabili alla corsa per la successione della Fed includerebbe Powell, Taylor e la stessa Yellen, quindi implicherebbe una continuità di politica monetaria o un orientamento potenzialmente più restrittivo (con Taylor). Il passaggio al Senato è solo il primo passo per la riforma fiscale, i cui benefici possono essere attenuati dalla retorica inaspettatamente aggressiva degli USA nella rinegoziazione del trattato NAFTA. Infine è improbabile che il differenziale di crescita tra USA e resto del mondo sia ruotato più chiaramente a favore degli Stati Uniti. Senza segnali forti di apprezzamento del US$, il mercato valutario è stato dominato dalle storie idiosincratiche. In Nuova Zelanda, la formazione di una coalizione di Governo tra Laburisti ed il partito populista NZ First ha colto gli investitori di sorpresa e la reazione è stata un forte deprezzamento del NZD per incorporare un maggiore premio per il rischio politico dopo anni di stabilità sotto il partito conservatore. Il rischio politico che si emana dalla Spagna a causa delle vicende della Catalogna sta probabilmente pesando sull’Euro, con EUR/US$ che punta nuovamente verso 1,17. Deboli dati sulle vendite al dettaglio, alcune dichiarazioni accomodanti dalla Bank of England e nessuna chiarezza sui negoziati per la Brexit continuano a pesare sulla sterlina. Infine, forti prese di profitto hanno colpito il rand sudafricano dopo l’ennesimo rimpasto di Governo da parte del Presidente Zuma, in vista del Congresso dell’African National Congress di dicembre. La vittoria di Abe alle elezioni della Camera Bassa in Giappone favorisce la continuità di politica economica e sta spingendo lo yen ai minimi dell’anno contro US$ ed Euro.

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