Commento mercati valutari

 Cambio EURUSD in ribasso (1.22) in scia al rialzo del rendimento dei Treasuries USA ed ai dati, per la zona Euro, deboli (indici di fiducia in Germania e Italia e PMI manifatturiero in Francia), che suscitano timori circa un rallentamento della crescita economica. Il mercato attende ora l’intervento di Draghi nella riunione della Bce (in programma giovedì) per avere dettagli sulla politica monetaria. Le recenti dichiarazioni del Governatore della BoE Carney (il quale non considera scontato un rialzo dei tassi a breve) hanno ridotto sensibilmente le attese del mercato per un rialzo dei tassi a maggio. Rupia indiana debole nonostante le minute della Banca centrale indiana indichino dissenso tra i suoi membri sull’interruzione o meno della politica monetaria accomodante. Sebbene la Banca abbia mantenuto, nella sua riunione di inizio mese, i tassi invariati e confermato la sua retorica prudente, i prezzi del petrolio in rialzo (l’India è un importatore netto) e la debolezza della rupia (che rischia di accrescere l’inflazione) potrebbero portarla a rivedere la sua posizione. Questa settimana si riuniscono le Banche centrali di Russia e Turchia e se la prima è attesa rimanere neutrale, la seconda potrebbe alzare i tassi. Erdogan ha anticipato le elezioni presidenziali a giugno (dal novembre 2019) e l’annuncio, che si è riflesso positivamente sulla lira, accresce le attese di un rialzo dei tassi dal momento che il Presidente potrebbe voler arrivare alle elezioni (influenzando la Banca centrale) con una valuta stabile. In Messico, dopo l’ottimismo legato all’imminente accordo, seppur di massima sul NAFTA, la possibilità (sempre più concreta) di una vittoria di Andres Manuel Lopez Obrador (di sinistra con orientamento populista) alle elezioni del 1 luglio, sembra iniziare ad inquietare il mercato. Si teme, in particolare, che Lopez Obrador possa limitare, o addirittura sopprimere, gli investimenti esteri nel settore energetico locale. Nel frattempo, la combinazione di dollaro forte e incertezza sia sul fronte commerciale che politico pesa sul peso: la valuta gira ora intorno a 18.85 contro dollaro.

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