Commento mercati valutari

 EURUSD poco mosso nonostante il dato deludente sulla disoccupazione di marzo negli Usa, uscito venerdì,  e dati macro poco favorevoli nell’Eurozona. Tuttavia, Draghi, in una recente dichiarazione, si è detto ottimista riguardo la ripresa economica nella zona euro. Negli USA, la politica commerciale aggressiva continua a preoccupare il mercato aggiungendo rischi al ribasso per il dollaro. Ciò nonostante, se da una parte lo scontro con la Cina prosegue, sul NAFTA, un accordo, almeno preliminare, potrebbe essere annunciato in occasione del vertice delle Americhe della settimana prossima in Perù. Le migliori prospettive per il NAFTA (anche se un accordo finale sembra ancora lontano) si riflettono sul cambio USDCAD che gira ora intorno a 1.26 dopo aver raggiunto 1.31 a metà marzo. Domani termina la riunione di due giorni della Banca centrale polacca e le attese sono per tassi fermi al

1.50%. Dopo il dato preliminare deludente dell’inflazione di marzo, è probabile che la Banca centrale polacca mantenga la sua policy accomodante malgrado le migliori condizioni economiche nel Paese. In attesa della decisione sui tassi il EURPLN è sceso (gira ora intorno a  4.18). In  salita, invece, il cambio EURNOK dopo il dato peggiore delle attese sull’inflazione di marzo. In Brasile dopo l’arresto nel weekend del ex Presidente Lula, il mercato si interroga ora sull’esito (ad oggi altamente incerto) delle prossime elezioni. Nel frattempo, Moody’s ha rivisto l’outlook sul Paese da negativo a stabile sulle aspettative che il nuovo Governo attui le riforme fiscali e strutturali necessarie a stabilizzare il debito pubblico e consolidare la crescita economica. Il rublo affonda contro dollaro (USDRUB circa 63.30). Le sanzioni più severe contro il Paese da parte degli Stati Uniti combinate ad un’escalation delle tensioni in Siria hanno intaccato la fiducia degli investitori locali ed esteri, deprimendo rapidamente il rublo. A fine marzo la Banca Centrale russa aveva rivisto al ribasso i tassi (a 7.25% da 7.50%) e annunciato un periodo di tassi fermi, tuttavia se il deprezzamento del rublo dovesse continuare (alimentando l’inflazione), la Banca centrale russa potrebbe essere costretta a cambiare linea di politica monetaria in senso restrittivo.

 

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