Commento ai dati dell’Europa

images A gennaio l’inflazione ha continuato a rallentare, con i prezzi al consumo area Euro che hanno raggiunto il +0,7% a/a, dal +0,8% di dicembre (sono aumentati di un decimo a +0,8% a/a, invece, nella misura core). Il trend si è confermato debole sia in Germania, dove mese su mese il CPI ha fatto segnare un -0,6% e anno su anno è rallentato di un decimo a +1,3% (+1,2% stabile invece l’armonizzato UE anno su anno), sia in Italia, dove la misura armonizzata UE è scesa a +0,6% a/a dal +0,7% del mese precedente. I prezzi dovrebbero mantenersi su questi livelli almeno nella prima parte dell’anno, senza scendere ulteriormente.

La seconda lettura dei PMI manifatturieri di gennaio ha visto una leggera revisione al rialzo, di un decimo a 54. Sono stati rivisti in positivo sia il PMI tedesco (56,5 da 56,3) che quello francese (49,3 da 48,8), mentre in prima lettura il PMI manifatturiero italiano è sceso di 2 decimi a 53,1 e quello spagnolo è salito di oltre un punto a 52,2. Il PMI manifatturiero si conferma in miglioramento rispetto a fine 2013 (54 contro 52,7 quello area Euro), guidato soprattutto dalla domanda estera. Stabile la disoccupazione area Euro a dicembre, al 12%. La situazione del mercato del lavoro in Europa rimane divisa abbastanza nettamente tra i paesi virtuosi del centro Europa, Germania in testa (6,8% anche a gennaio), le situazioni “di mezzo” come Italia (12,7% stabile a dicembre, ma contro attese al 12,8%) e Francia (10,8%), e i paesi in difficoltà come Spagna, Portogallo e Grecia.

La disoccupazione dovrebbe calare nel corso del 2014, spinta dalla ripresa, ma molto gradualmente. L’indice di fiducia economica area Euro è aumentato di mezzo punto a gennaio, a 100,9, in linea con le attese; si tratta di un massimo dal 2011, e nono mese consecutivo di miglioramento. Confermata a -11,7 la fiducia dei consumatori, anche qui in netto progresso dal -13,5 di dicembre. Tra gli altri dati di sentiment, la fiducia delle imprese manifatturiere italiane è calata a sorpresa a gennaio, 97,7 da 98,2; il dettaglio del dato mostra comunque un quadro migliore, con buone indicazioni da ordini e produzione controbilanciati da un effetto negativo delle scorte. Il miglioramento della fiducia dei consumatori non si traduce ancora stabilmente ai consumi.

Dopo i rialzi di novembre, a dicembre le vendite al dettaglio sono scese del 2,5% m/m in Germania (anche per effetti stagionali) e dello 0,1% in Francia. È ancora rallentata a dicembre la dinamica della massa monetaria M3, +1% all’anno a fronte del +1,7% di novembre; continuano a scendere i prestiti al settore privato, effetto sia della bassa domanda che della restrizioni del sistema bancario.

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