Dopo aver superato i 46$ al barile, favorito dal calo della produzione USA e dalla debolezza del dollaro, il WTI si è riportato vicino ai 44$ al barile, vanificando gran parte del rally della scorsa settimana. A favorire il movimento hanno contribuito da un lato l’aumento delle scorte USA, che continuano a rimanere sui massimi di sempre nonostante il calo della produzione USA, dall’altro l’aumento della produzione OPEC in aprile, imputabile principalmente all’Iran e all’Iraq. Positivo il gas naturale che ha guadagnato poco meno del 2% spinto dall’incidente che ha interessato un gasdotto in Pennsylvania bloccandone l’operatività. I fondamentali continuano tuttavia a rimanere deboli: le ultime proiezioni mensili dell’Eia hanno evidenziato un aumento della produzione a Febbraio di 1.2 Bcf al giorno, maggior incremento mensile dal luglio 2014, mentre gli ultimi dati settimanali sugli storage si sono rilevati superiori alle attese. Generalmente positivi i metalli industriali ad eccezione del rame che ha chiuso in leggero calo mentre la diminuzione delle attese di un imminente rialzo dei tassi USA, e la relativa debolezza del dollaro, hanno favorito i metalli preziosi, con l’oro che si è portato poco sotto i 1300$. In crescita le materie agricole che oltre alla debolezza del dollaro hanno beneficiato di condizioni metereologiche sfavorevoli ai raccolti in Sud America e dei buoni dati sulle esportazioni USA.
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