Settimana in calo per le quotazioni petrolifere con il WTI che è sceso fino a 91.24$, nuovo minimo degli ultimi 8 mesi, prima di risalire sopra i 92$ dopo la pubblicazione dei dati sul lavoro USA. Il comparto continua ad essere penalizzato dai fondamentali deboli. La produzione di greggio negli USA, secondo l’ultimo report dell’EIA, ha raggiunto gli 8.15 milioni di barili al giorno (il massimo dal 1988) mentre le scorte, anche se nell’ultimo mese si sono ridotte, rimangono sui massimi degli ultimi 30 anni.
A influenzare negativamente il comparto ha contribuito anche la ripresa dell’attività estrattiva in Libia che ha raggiunto una produzione giornaliera di 0.5 milioni di barili. In leggera crescita il gas naturale, spinto dall’ondata di freddo che ha colpito gli Stati Uniti. I metalli di base sono stati interessati da un brusco calo a metà della scorsa settimana, probabilmente dovuto alle ricoperture di posizioni speculative, mentre hanno beneficiato della debolezza che ha caratterizzato il dollaro dopo la pubblicazione dei non farm payroll negli Stati Uniti. Dal punto di vista dei fondamentali, il rame rimane ben supportato nel breve termine grazie anche agli scioperi che stanno interessando i principali porti in Cile.
L’aumento delle possibilità di un rallentamento del tapering da parte della Fed ha favorito i metalli preziosi, con l’oro che ha superato i 1250$ segnando il nuovo massimo dell’ultimo mese. Andamento eterogeneo per le materie agricole dopo la pubblicazione venerdì dell’ultimo report WASDE. In crescita il mais, che ha beneficiato del taglio a sorpresa da parte dell’USDA delle stime sulle scorte in seguito alla riduzione delle attese sui raccolti e ad un aumento della domanda domestica. In forte calo il grano che è stato penalizzato dal livello superiore alle attese delle scorte di dicembre, dato che evidenzia la debolezza della domanda.
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