Nell’ultima settimana il dollaro sembra essersi stabilizzato ai minimi di inizio anno a livello di Dollar Index, in linea con il consolidamento dei rendimenti dei Treasuries e nonostante i mercati azionari USA abbiano rivisto i massimi. Con la volatilità valutaria tornata ai minimi da ottobre dello scorso anno, anche la correlazione tra i cross sta precipitando, con i fattori di rischio idiosincratici saldamente alla guida del mercato valutario. Le condizioni climatiche avverse stanno pesando fortemente sul flusso di dati economici USA dove si accumulano le sorprese negative; questo pesa certamente sul dollaro, soprattutto nei confronti dell’Euro che invece beneficia di dati economici più solidi.
Sullo yen i mercati rimangono in attesa delle prossime mosse della Bank of Japan, che con l’espansione del piano di erogazione di credito per le banche nell’ultima riunione potrebbe avere segnalato la volontà di aumentare il “quantitative easing” dopo aprile. Ancora molto debole il dollaro canadese che risente anch’esso delle sorprese macroeconomiche negative dovute alle condizioni climatiche, nonostante la recente forza del prezzo del petrolio ed il differenziale di rendimento in diminuzione rispetto agli USA. Il recupero delle valute emergenti rimane contrastato, guidato da MXN, BRL, PLN e IDR. Al contrario i timori che la restrizione delle condizioni finanziarie voluta dalle autorità economiche possa indebolire ulteriormente l’economia sta pesando sullo yuan cinese, in particolare dopo il debole PMI Manifatturiero preliminare di febbraio.
Recentemente, inoltre, la People’s Bank of China ha fatto capire di essere favorevole ad introdurre maggiore volatilità sullo yuan in vista dell’allargamento della banda di oscillazione, e questo sta favorendo lo smobilizzo delle posizioni lunghe che puntavano su un permanente apprezzamento dello yuan.