Commento ai dati – Stati Uniti

 United-States Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione sono scese sotto quota 300 mila nella settimana del Thanksgiving day, ritornando sui minimi degli ultimi mesi; il dato, comunque, potrebbe essere stato influenzato dalla festività, ed è probabile che il calo venga in parte ritracciato nelle prossime settimane. L’Employment report di novembre è stato migliore delle attese, con 203 mila posti di lavoro creati contro attese a 185 mila; il dato è in linea con le indicazioni delle ultime settimane, soprattutto delle richieste di sussidi che erano in linea con la fatidica soglia 200 mila posti di lavoro al mese; è aumentato anche il tasso di partecipazione, dopo mesi di calo, salendo di due decimi dal minimo storico di ottobre, al 63%.

Il tasso di disoccupazione ha quindi raggiunto la soglia del 7%, in calo di due decimi dal mese precedente, gettando le basi per l’inizio del tapering da parte della Fed. La lettura finale del Pil 3Q ha fatto emergere una revisione al rialzo di quasi un punto percentuale, da +2,8% t/t annualizzato a +3;6%, con quasi tutta la revisione attribuibile all’aumento delle scorte (che potrebbe essere riassorbito nel 4Q). Sono stati leggermente limati verso il basso invece i dati su consumi e scambi con l’estero. Spesa e reddito personale di ottobre hanno avuto un andamento diverso, con la prima che è aumentata dello 0,3% m/m a fronte di un calo dello 0,1% del reddito, influenzato però negativamente da fattori transitori; il tasso di risparmio è quindi sceso di 4 decimi, arrivando al 4,8%.

Il deficit della bilancia commerciale si è ridotto di oltre 2 mld $ a ottobre, arrivando a 40,6 mld $ grazie a un aumento dell’export (+1,8%) che ha più che bilanciato il +0,4% dell’importazione; il dato conferma lo stato di salute della manifattura Usa. Calo più ampio del previsto a novembre per l’indice ISM non manifatturiero, fermatosi a 53,9 dal 55,4di ottobre: il ribasso dovrebbe comunque essere frutto di uno stop temporaneo più che un’indicazione negativa per il futuro prossimo. Si è invece ripresa subito la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan, che nella prima lettura di dicembre è salita di oltre 7 punti a 82,5.

 

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