Chi ci guadagna dall’uscita della Grecia dall’Euro?

grecia festa euro 2012La Grecia ha votato per la seconda volta in due mesi, e gli scrutini confermano il fronte pro euro.

Nuova Democrazia passa dal 19% al 30%, Syriza (sinistra radicale contraria al bailout) dal 17% al 27%, con il Pasok che conferma il 12%; se il 6 Maggio scorso ND e Pasok avevano 149 seggi su 300, ora dovrebbero passare la maggioranza assoluta del 150 seggi (si parla di 164 eletti tra i due schieramenti) e riuscire a formare il Governo.

Dovrebbero, perché anche il mese scorso ci hanno provato ma non ci sono riusciti e di sorprese elettorali non ne abbiamo viste, con la polarizzazione del voto sulle due forza maggiori.

Le conseguenze di una mancata formazione del Governo e della possibile uscita del paese dall’euro in caso di impasse, potrebbero essere enormi. Le previsioni più nefaste arrivano ad ipotizzare un tracollo dell’Europa, passando dal contagio sui rendimenti dei titoli di Spagna e Italia, ma arrivando a coinvolgere anche la Germania e la Francia. E’ difficile fare previsioni, ma dopo tre anni di vertici europei inconcludenti, potremmo arrivare al redde rationem.

Non crediamo che alla piccola Grecia convenga uscire dall’Euro, perché ci sono motivi politici (il rischio di finire sotto l’egemonia turca, paese storicamente poco gradito) sia economici (il crollo del paese porterebbe in dote l’isolamento internazionale, vedi l’Argentina). Anche l’aiuto europeo alle banche spagnole senza alcuna richiesta di austerity potrebbe portare ad un alleggerimento delle pretese dell’Europa sulla Grecia; l’Irlanda ha già avanzato richieste in questo senso per le condizioni del bailout firmato a novembre 2010 per il salvataggio delle proprie banche.

Il Grexit potrebbe far guadagnare cifre ancora più consistenti agli speculatori al ribasso; hanno già approfittato consistentemente delle disgrazie della Grecia e potrebbero aumentare gli introiti estendendo la loro azione all’eventuale reazione negativa sui paesi periferici dell’Europa con Italia e Spagna. Non stiamo parlando solo di Hedge Funds, ma anche delle banche d’affari USA ed Europee; la prova ci viene non solo nei profitti/perdite miliardarie del trading (e nonostante la regolamentazione seguente il disastro della banca americana Lehman Brothers), ma dalle impennate dei CDS, che sono poi assicurazioni contro il rischio commerciabili però dalle sole banche d’affari.

Il crollo poi, potrebbe aumentare l’appeal per gli obbligazionari americani e per i paesi dall’economia forte e con grandi riserve di materie prime come per esempio Canada e Nuova Zelandia. Le voci di mercato parlano di un Ben Bernanke (Presidente della forte banca centrale USA) pronto a comperare a piene mani le obbligazioni (si parla di titoli garantiti da mutui) sul mercato per sostenere l’eventuale shock europeo.

Si guarda con interesse anche ai mercati emergenti come Singapore ed il Brasile ma c’è sempre più attenzione anche per l’Africa e per i suoi paesi ricchi di risorse naturali. Abbiamo già scritto della colonizzazione africana che stanno facendo i cinesi e dalle ceneri dell’Europa potrebbe sorgere una fenice nera.

Di positivo c’è che la qualificazione agli europei di calcio della Grecia ottenuta sabato scorso, ha rinvigorito l’affetto dei greci per questa Europa lacerata da piccoli interessi di bottega e ben lontana dal diventare qualcosa di unito.

Ironia della sorte, la prossima partita di qualificazione sarà Grecia-Germania.

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