Ampio apprezzamento dell’Euro contro il dollaro, dopo che la settimana scorsa Moody’s ha deciso di non declassare il debito iberico a ‘junk’ (spazzatura), aspettando novità sulla probabile richiesta di aiuti da parte del governo spagnolo.
Il cambio EURUSD, che mercoledì ha raggiunto area 1,314, ha poi rintracciato non appena si è saputo che il giorno dopo, al vertice europeo, non si era parlato di Spagna.
Va bene anche nell’altro confine opposto dell’Europa, dove la Toika sembra essere sul punto di sbloccare la tranche del pacchetto di aiuti, ferma da quest’estate e la tranche di Settembre utile per le necessità di cassa di Novembre.
Questa settimana, la moneta unica, che continua ad oscillare contro il dollaro, ha subito un forte calo imputabile al riemergere di preoccupazioni sia sul fronte macroeconomico, per la crescita dell’Eurozona e degli Stati Uniti (trimestrali non brillanti), che sull’evolversi della crisi dei debiti sovrani.
Effetto olimpiadi sull’Inghilterra; la stima preliminare dell’Office for National Statistic (ONS) parla chiaro: nel terzo trimestre il PIL è aumentato di un bel +1% rispetto al trimestre precedente, recuperando in un colpo solo buona parte delle perdite dei mesi precedenti. Se prima il mercato si attendeva un ulteriore aumento dell’APF da parte di BOE (Bank of England), dopo i verbali della riunione e i dati macroeconomici complessivamente non negativi, ora non è più così scontato, prossimo appuntamento è la riunione dell’8 di Novembre con la riunione del massimo comitato economico del Paese.
Movimento importante dello Yen a seguito della pubblicazione di dati negativi della bilancia commerciale di Settembre: il cross contro il Dollaro si è indebolito portandosi sulla resistenza di 80, livello tecnico considerato strategico dagli operatori la cui rottura, in un contesto di minore avversione al rischio, potrebbe determinare un ulteriore indebolimento fino al test dell’area 85.
Dalla riunione della Bank of Canada, diversamente dalle attese, non sono risultati attenuati i toni hawkis con cui si era espressa nei mesi precedenti; questo dato ha rafforzato il CAD sia contro EUR che contro USD.
Sul fronte asiatico si susseguono segnali contrastanti, i dati sull’inflazione australiana sono risultati migliori delle attese ed anche il PMI cinese è migliorato, difatti il deprezzamento del dollaro australiano sembra essersi temporaneamente arrestato ed i cross AUDUSD – AUDEUR hanno beneficiato del migliorato sentiment di mercato.
Rinnovate pressioni sull’Oro, che dal massimo toccato in area 1800 è arretrato fino a 1710. Le prospettive di lungo termine restano positive, ma nel breve ad incidere sulle quotazioni è la situazione sudafricana dove lo scontro tra i minatori e le grandi compagnie minerarie si fa sempre più duro; inoltre continua la carenza di domanda di oro fisico da parte di Cina ed India, mentre la domanda per investimenti rimane abbastanza forte.