di Vito Lops

Tra le varie strategie di investimento una delle più accreditate è quella di puntare sui dividendi. Quando si investe in Borsa, acquistando delle quote (azioni) di una società, teoricamente lo si fa perché si crede nel potenziale di crescita di quella azienda e pertanto la si finanzia con l’obiettivo primario di partecipare agli utili. È questa la strategia degli investitori cassettisti, quelli che puntano sul lungo periodo e si focalizzano pertanto sulle società che hanno una buona storia alle spalle (e buone prospettive per il futuro) in termini di cedole distribuite agli azionisti.
Non ragionano in questi termini i trader e, più in generale, gli investitori che si muovono solo in funzione del prezzo di un’azione. L’obiettivo in questo caso è vendere (anche presto) le azioni a un prezzo più alto rispetto a quello d’acquisto. Oppure, per chi punta a guadagnare sui futuri ribassi di un titolo, la strategia è opposta e consiste nel vendere allo scoperto: prima si vendono le azioni e poi le si ricomprano quando il prezzo è sceso. Anche in questo caso ci si muove nella logica della plusvalenza, puntando quindi sul capital gain.
Le oscillazioni del prezzo sono certo importanti, ma molto meno per chi invece punta sul lungo periodo e si orienta su società che hanno un elevato standing di dividendi. Se si aggiunge il dividendo alle variazioni di prezzo si ottiene il total return. Il Grafinomix di giornata dimostra quanto sia più elevata la performance storica dell’indice S&P 500 di Wall Street se si calcola il total return (ovvero plusvalenza da prezzo + dividendi).
In questo ambito può essere utile analizzare un multiplo di Borsa, tra i più seguiti dagli investitori: il rapporto prezzo/utili o price/earning. Indica in parole semplici quanti anni occorrono per recuperare, solo attraverso i dividendi, il valore dell’investimento iniziale (capitale).
Ovviamente il rapporto prezzo/utili può cambiare nel tempo (in base alle variazioni delle due variabili) ma offre una dimensione interessante per avere un’idea del ritorno dell’investiment0 e del tempo necessario con cui, solo attraverso la leva delle cedole incassate, si recupera il capitale impiegato. Per chi affitta un immobile vale lo stesso principio calcolando quanti anni di locazione occorrono per incamerare l’esborso iniziale.
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