BofA, tre ragioni per essere ottimisti sugli Usa

di Roberta Castellarin

Gli economisti di Bank of America Merrill Lynch si dichiarano ottimisti sull’America in una nota intitolata proprio “Why we are bullish on America”. Gli esperti ricordano infatti che i cicli economici non muoiono di vecchiaia, ma di eccessi. Quindi il fatto che a luglio di quest’anno l’attuale ciclo sarà il più lungo della storia non deve preoccupare gli investitori, tanto più che in passato i cicli sono stati molto diversi tra loro. Per ora il record di durata lo detiene il ciclo che andò dal 1991 a marzo del 2001, mentre il più breve durò solo un paio d’anni (1980-1981) e fu fermato da un intervento brusco della Fed per fermare l’inflazione. Ma se non è la durata che conta, cosa fa finire i cicli economici?

1. Le tre spie di pericolo sono spente. Secondo gli esperti di BofA i tre segnali che sono allarmanti sono: una Banca centrale che vuole combattere l’inflazione; una bolla di spesa o finanziamento in un grande settore dell’economia; una fiammata dei prezzi del petrolio. Oggi nessuno di questi segnali è presente per cui secondo gli economisti: “il ciclo da record può continuare”. Dal punto di vista dell’inflazione veniamo da anni di prezzi bassi e questo ha fatto ridimensionare le attese di inflazione e ha permesso alle Banche Centrali di procedere con lentezza alla normalizzazione dei tassi. Dal punto di vista dell’attività economica gli esperti di BofA non vedono segni di surriscaldamento. Mentre la rivoluzione del fracking ha portato a una stabilizzazione dei prezzi nel mercato del petrolio.

2. Una Fed amichevole. Gli economisti ricordano che attualmente la Fed è passata da colomba a super colomba. Nonostante i dati sulle condizioni finanziarie e sull’economia siano stati solidi a dicembre e gennaio la Fed ha capitolato su tutti i fronti. Dalla comunicazione di gennaio è emerso che ora la Fed preferisce correre il rischio di rialzare troppo poco i tassi e lasciar salire di più l’inflazione, piuttosto che essere troppo restrittiva e causare un atterraggio duro del ciclo. Le altre banche centrali condividono questa linea da colomba e d’altronde l’inflazione core è stabile a livello globale. Senza un serio problema di inflazione le banche centrali si preoccupano di creare le condizioni affinché si mantenga una crescita sana.

3. I timori sul commercio potrebbero ridursi. Il maggior rischio per l’economia Usa e mondiale nei prossimi due anni è visto in un’escalation della guerra commerciale. Questa guerra ha già iniziato a causare un rallentamento alla Cina e ai suoi partner. D’altronde questa guerra provoca uno stato di incertezza permanente sulle catene del valore a livello globale. Risulta difficile decidere dove collocare la proprio produzione se non si sa se i dazi attuali sono permanenti o rischiano di cambiare. Ma su questo fronte gli economisti di BofA oggi sono più ottimisti di un anno fa perché “dato che gli effetti negativi di questa guerra commerciale iniziano a farsi sentire negli Usa e sugli indicatori di confidenza crediamo che ci sia l’intenzione di trovare un accordo con la Cina”. Gli economisti di BofA vedono diversi segnali in questa direzione. Certo un calo della tensione non vuol dire un trattato di pace definitivo, ma secondo gli esperti di BofA mercati ed economia possono convivere con una guerra fredda del commercio.

Da Milano Finanza

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