BofA: i settori su cui puntare quando in prima pagina non ci sarà più l’inflazione

Ma una crescita più bassa. La strategia migliore per gli strategist di Bank of America è ridurre gli scambi sulle azioni cicliche e difensive, che hanno già scontato il rallentamento in arrivo, e concentrarsi sulle azioni europee, con un peso maggiore su utility, food & beverage e beni personali e per la casa, minore sui titoli finanziari diversificati e sulle assicurazioni

di Andrea Baiocco

Dopo due anni di crescita eccezionalmente forte, coadiuvata dalla ripresa dalla pandemia, gli investitori si preparano a una forte perdita di slancio della crescita globale, visti lo shock dei prezzi dell’energia nell’eurozona, un indebolimento delle prospettive di crescita degli Stati Uniti (a causa della crescita negativa dei salari reali sui consumi e dell’impatto di una politica più restrittiva della Fed) e una flessione del mercato immobiliare in Cina, unita ai lockdown da Covid-19 nel Paese.

“Nel complesso, prevediamo che questi venti contrari porteranno il Pmi composito globale (Purchasing Managers’ Index, indice della direzione dei trend economici nei settori manifatturiero e dei servizi basato su un sondaggio tra le maggiori aziende dei vari comparti, ndr) a scendere dall’attuale livello di 54, coerente con una crescita del pil globale di circa il 4%, a 51 entro il quarto trimestre, coerente con una crescita del pil del 2,7%”, hanno previsto gli analisti della divisione European Equity Strategy di Bank of America.

“Dall’inizio di marzo il mercato ha registrato complessivamente un rally del 13%, prezzando poco l’indebolimento della crescita globale e portando lo Stoxx 600 a 460 punti, valore più o meno in linea le attuali condizioni macro”, notano a BofA. “Le nostre proiezioni di una diminuzione del Pmi dell’area euro a 49 nei prossimi mesi implicherebbero un ribasso del 10% a 410 punti entro il quarto trimestre. D’altra parte, i titoli ciclici europei sono scesi del 13% da gennaio rispetto ai titoli difensivi, anche tenendo conto del recente rimbalzo del 5%: ciò significa che stanno già scontando le previsioni di forte indebolimento della crescita”.

Secondo gli esperti, la strategia migliore sarebbe ridurre gli scambi sulle azioni cicliche e difensive, che hanno già scontato il rallentamento in arrivo (settori dei beni strumentali e dei materiali da costruzione tra i titoli ciclici, farmaceutico tra i difensivi), e concentrarsi sulle posizioni che non hanno ancora completamente prezzato la contrazione futura (in sostanza le azioni europee, con un peso maggiore su utility, food & beverage e beni personali e per la casa tra i difensivi e un’esposizione minore sui titoli finanziari diversificati e sulle assicurazioni tra i ciclici).

Stando agli esperti di BofA, ci sarebbero altre categorie di asset che non stanno scontando il rischio di un rallentamento della crescita in futuro: “i nostri esperti di tassi di interesse sono sovrappesati sui titoli di Stato Usa a 10 anni, prevedendo che i rendimenti obbligazionari diminuiranno man mano che l’attenzione del mercato si sposterà dall’inflazione ai rischi di una crescita minore, che rafforzerebbe i settori bond proxy (azioni con rendimenti prevedibili, stabili e maggiori di quelli di gran parte del mercato obbligazionario, come quelle legate ai beni di prima necessità o alle utility, ndr)”.

“I nostri commodity strategist”, aggiungono gli analisti, “vedono poi la possibilità di un ritracciamento del prezzo del petrolio nel prossimo anno, in parte in risposta alla domanda più debole, suggerendo un rischio al ribasso per il settore energetico. Infine, i nostri credit strategist ritengono che i ridotti spread obbligazionari ad alto rendimento negli Stati Uniti non riflettano adeguatamente l’aumento dei rischi macro, prevedendo che gli spread aumenteranno da 350 punti base a un valore compreso tra 425 e 450 punti base, coerentemente con il ribasso del mercato azionario, la sovraperformance dei settori difensivi e la sottoperformance dei finanziari”.

Da Milano Finanza

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