Venerdì scorso, il Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, ha invitato all’azione per ripristinare il mercato immobiliare degli Stati Uniti; ha detto che i prezzi delle case sono depressi e le poche vendite sono un serio freno alla ripresa economica. “La situazione delle abitazioni è un ostacolo per un recupero più rapido”, ha detto all’Associazione Nazionale Costruttori a Orlando. “Dobbiamo continuare a sviluppare e attuare politiche che aiutino il settore dell’edilizia abitativa a rimettersi in piedi”.
Bernanke ha ripreso i concetti del “Libro Bianco” della Fed sulle abitazioni, ma tenendosi alla larga dalle opzioni più controverse, come ad esempio estendere la portata del controllo governativo sulle società dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac, per stimolare più rifinanziamento. Le raccomandazioni del capo della Fed, tuttavia caute, contrastano con le lamentele di alcuni legislatori repubblicani che hanno criticato l’interventismo della Banca Centrale.
Il “libro bianco”, pubblicato il mese scorso, è stato il risultato di diversi mesi di studio da parte del personale della Fed; la Banca Centrale ha concluso essere un ingrediente chiave per una ripresa economica sana. Due anni e mezzo dopo la fine di una profonda recessione, i mercati immobiliari rimangono in stasi. Il valori delle case sono in calo del 33% dal loro picco del 2006 e quasi 11 milioni di americani – circa uno su quattro con il mutuo- devono alle banche più di quanto le loro case valgano. Alcuni stati sono stati duramente colpiti, come il Nevada, l’Arizona e la Florida; circa la metà di tutti questi mutuatari sono “sott’acqua” (la casa vale meno del mutuo) sui loro prestiti. Il circolo vizioso parte dal pignoramento delle case, che fa venire meno le entrate fiscali, che portano tagli ai servizi comunali, che deprimono ulteriormente i prezzi delle abitazioni.
Bernanke, ha ammesso che la ripresa sarà dolorosamente lenta, stimando che circa un milione di case di proprietà delle banche potrebbero finire sul mercato, ogni anno per i prossimi anni, mantenendo la pressione al ribasso sui prezzi. ”Con i prezzi delle case in calo e l’aumento degli affitti potrebbe aver senso, in alcuni mercati, trasformare parte di queste case pignorate in proprietà da affittare”, ha detto. Ma non è una “pallottola d’argento” (intesa come soluzione definitiva), ha aggiunto. Nel suo discorso, ha invitato i creditori e autorità di regolamentazione a guardare a regole e pratiche nuove, indicando nell’eccessiva rigidità del credito uno dei motivi del lento recupero.
L’amministrazione ha adottato una serie di misure per aiutare i proprietari in difficoltà ad ottenere nuovi mutui o a rifinanziarsi, ma i risultati sono stati inferiori agli obiettivi previsti. C’è la pressione dello Stato su Fannie Mae e Freddie Mac (agenzie statali per i mutui) per accordare a tali società di svalutare i mutui; un’idea che però è un anatema per molti politici conservatori.
Giovedì scorso, cinque grandi banche statunitensi (Bank of America, Citigroup, JPMorgan Chase, Wells Fargo e Ally Privata Financial) accusate di pratiche abusive sui mutui, hanno fatto un accordo da 25 miliardi dollari con il governo, per fornire un certo sollievo ai mutuatari in difficoltà, in parte attraverso un programma di remissione del debito.
Il Presidente della Fed – Federal Reserve di Cleveland Sandra Pianalto, ha sottolineato come il problema delle case sia un ostacolo chiave per una ripresa piu’ forte, definendolo “un vento contrario significativo”. La Presidente Pianalto, che ha votato il “Fed policy-setting panel”, ha detto che i cali immobiliari tenevano i consumatori lontano dai negozi, rendendo più difficile per le imprese affittarli. Bernanke ha citato studi di economisti in cui stima che il crollo dell’immobiliare, può ridurre la spesa annua dei consumatori di una cifra compresa tra i 200 miliardi di dollari e i 375 miliardi dollari.
Bernanke ha sostenuto che i criteri del credito eccessivamente rigidi nel mercato dei mutui hanno minato l’efficacia degli sforzi aggressivi fatti dalla Fed per stimolare la crescita. La Fed ha tagliato i tassi di interesse overnight quasi a zero nel 2008 e ha acquistato 2.300 miliardi di dollari di obbligazioni, in un ulteriore sforzo per abbassare i mutui ed altri oneri finanziari. In una ripresa tipo, c’è un rimbalzo dei prezzi delle case, ma non è stato così questa volta, ha detto il Presidente della Fed.
La settimana scorsa, rispondendo alle critiche dei legislatori del Congresso, Ben Bernanke ha detto di essere dispiaciuto che gli sforzi della banca centrale siano stati fraintesi, ma è stata un’azione utile, a completamento delle opzioni politiche. “Uno dei nostri principali obiettivi era semplicemente quello di rendere le persone consapevoli di come è importante la ripresa del mercato edilizio”, ha detto Bernanke in risposta a una domanda dal pubblico.
Devi accedere per postare un commento.