Barclays, previsioni per Wall Street

arton16776 Gli analisti di Barclays hanno sintetizzato le loro previsioni sul mercato americano per il nuovo anno, che riflettono le attese su utili, dividendi, buyback, rialzo delle quotazioni e performance settoriali. Il target di fine 2017 per l’indice S&P500 è 2400, che implica un incremento del 7% e un total return del 9%.

1) Profitti. L’utile per azione (eps) medio delle società che compongono l’indice S&P500 è stimato 127 dollari. Dopo due anni di stagnazione nel 2017 l’eps tornerà quindi a crescere (+7%), grazie all’aumento dei ricavi che più che compenserà le pressioni salariali al rialzo. Nell’ipotesi più ottimista la stima è 133 per azione (+12%): l’impatto del dollaro più forte sarà in parte ridimensionato dai benefici conseguenti al calo dell’imposizione fiscale.

2) Dividendi. I dividendi aggiungeranno 48 dollari per azione, realizzando un incremento del 54% in soli cinque anni. La crescita rapida e notevole dei dividendi è stato uno dei temi più positivi dell’S&P500 quest’annio e dovrebbe continuare ad esserlo nel 2017. Rispetto al 2016 l’aumento è del 5%, a fronte di un elevato rapporto di payout (monte dividendi/utili).

3) Buyback. Le operazioni di buyback, cioè di riacquisto di azioni proprie, dovrebbero ammontare a 600 miliardi di dollari, stabili sul 2016. Resteranno quindi vicine al livello record, sebbene la fase di rapida crescita potrebbe essere giunta al termine. Un eventuale cambiamento della politica fiscale sugli utili reinvestiti potrebbe ulteriormente rafforzare la flessibilità finanziaria.

4) S&P 500. Il target di fine 2017 per il principale indice di Wall Street è 2400, che implica un aumento del 7% e un total return (performance+rendimento del dividendo) del 9%. La previsione è basata sul presupposto che i multipli di valutazione rimarranno invariati rispetto al 2016. Nell’ipotesi più ottimista il rialzo sarà invece del 12% fino a quota 2500, trainato da un progresso degli utili superiore alle attese, mentre in quella negativa scenderà del 10% fino a 2000, riflettendo le condizioni finanziarie più rigide, ma non la recessione.

5) Performance settoriali. Il comparto della sanità (health care) sarà quello che registrerà la migliore performance, dopo le delusioni del 2016, che hanno fatto scendere il p/e ai minimi di 52 settimane rispetto allo S&P500. Sebbene permanga un rischio politico, gli aspetti positivi includono la valutazione a buon mercato, l’andamento favorevole del cash flow e la stabilizzazione dei flussi dei fondi.

 

 

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