Banche, chi è buy e chi no

 Dalle trimestrali sono emersi, secondo gli analisti di Société Générale , progressi sul fronte del capitale e degli utili, anche se restano i rischi legati al debole quadro macroeconomico europeo, alla regolamentazione (Basilea 4), agli aumenti di capitale e alla tendenza alla disintermediazione. Ecco a loro parere i titoli da comprare e quelli da vendere

1) Bnp Paribas . Rating buy con prezzo obiettivo 65 euro, che implica un total return (performance + rendimento della cedola) del 19%, perché alle quotazioni attuali il titolo è sottovalutato, sebbene i risultati del quarto trimestre siano stati un po’ deludenti, a causa dell’andamento debole dei ricavi in Francia e nella divisione corporate e investment banking. Il dividendo è stato confermato 2,7 euro per azione. Il management ha annunciato i nuovi obiettivi del piano industriale, che prevedono un incremento dell’utile netto e del dividendo superiori rispettivamente al 6,5% e al 9% annuo fino al 2020. Il pay out ratio è stato alzato al 50% dal 2017.

2) Ing. Rating hold con target price 14,5 euro, dell’11% superiore alle quotazioni attuali. La trimestrale è stata all’altezza delle aspettative, sia dal punto di vista della situazione patrimoniale forte (Cet1 in aumento da 13,5 al 14,2%) sia degli utili. Il dividendo di 0,66 euro corrisponde a un rendimento della cedola del 4,8%, in linea con la media del settore. La crescita del dividendo resta tuttavia condizionata dall’incertezza legata alla nuova regolamentazione. Il roe (redditività del capitale) è 11,6. A Ing gli analisti preferiscono Kbc e Abn, perché sono banche meglio capitalizzate.

3) Nordea. Rating hold con prezzo obiettivo 90 corone svedesi, del 10% inferiore alle quotazioni attuali. La qualità del credito è forte su tutta la linea, soprattutto nel business e retail banking in Norvegia, Danimarca e Svezia. La situazione patrimoniale è inoltre migliorata con il Cet 1 che è salito al 18,4%, mentre il dividendo annunciato è 0,65 euro, in linea con il consensus di mecato (payout ratio del 70%). Nordea ha però bisogno di dimostrare che il suo modello di business esteso ai Paesi del Nord Europa sia in grado di generare in futuro rendimenti più elevati, visto che le banche focalizzate in un singolo mercato si dimostrano più efficienti. Il dividend yield attuale è attraente (5,8%).

4) Danske. La trimestrale ha evidenziato solidi risultati con un utile ante-imposte rettificato del 19% superiore alle attese. La posizione patromoniale è solida con un ratio CET1 in aumento di 50 punti base al 16,3%. E’ stato comunicato un dividendo per azione di 9 corone, leggermente inferiore al consensus di mercato. Per l’esercizio 2017 Danske ha annunciato un utile netto di 17-19 miliardi di corone danesi, mentre la stima attuale è di 17,6 miliardi. Il rating è hold con prezzo obiettivo 215 corone danesi, leggermente inferiore alle quotazioni attuali. Il rendimento della cedola 2017 è 4,1%.

5) Swedbank. Rating hold con prezzo obiettivo 198 corone svedesi, inferiore alle quotazioni attuali. Dalla trimestrali sono emerse poche sorprese sul fronte dei ricavi e dei costi. Il ratio CT1 è aumentato di 120 punti base su base trimestrale fino al 25%. E’ stato inoltre annunciato un dividendodi 13,2 corone, superiore al consensus di 12,9. Il dividend yield 2017 è 5,2%.

6) Julius Baer. Ricavi e utili trimestrali superiori alle attese del mercato, oltre a una migliore qualità del credito. Il ratio CET1 del 10,6% è vicino al target fissato dal management. La crescita tramite acquisizione è per ora esclusa, a meno di un aumento di capitale. Il rating è stato abbassato da buy a hold, perchè alle quotazioni attuali il titolo è correttamente valutato (p/e 2017 di 13,8), mentre il prezzo obiettivo è stato incrementato da 47 a 51 franchi.

7) Ubs. Il gruppo sta godendo di una dinamica degli utili positiva grazie all’esposizione agli aumenti dei tassi negli Stati Uniti e alla ripresa della divisione di investment banking. Il titolo è è scambiato a 1,2 il tnav (valore di libro tangibile) stimato nel 2018. Il rating è buy, con prezzo obiettivo 20 franchi svizzeri, che implica un total return del 30%.

8) Intesa Sanpaolo . Target price di 2,80 euro (+38% il total return atteso), dopo la pubblicazione dei risultati del quarto trimestre perchè secondo gli analisti la banca merita una valutazione maggiore, al di là dell’esito del possibile takeover su Generali . Il titolo, che a Piazza Affari capitalizza 36,6 miliardi di euro, tratta 0,9 volte il tbv (il valore di libro tangibile). Il rendimento della cedola è 8% nell’esercizio 2016 e 9,2% nel 2017.

 

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