
Anche meglio del referendum per la liberalizzazione dell’acqua, potè l’azione coordinata delle banche centrali di tutto il mondo.Con un comunicato congiunto, FED, BCE, BOE, BOJ, SNB, comunicano di aver raggiunto un’intesa per abbassare il costo delle linee swap (in dollari) di 50 punti base, già dal 5 dicembre p.v.L’azione è stata decisa per risolvere il problema della mancanza di liquidità delle banche e del sistema finanziario mondiale.
Le banche centrali hanno giocato d’anticipo per prevenire la crescente crisi di liquidità, che stava sfociando nella contrazione marcata del credito.Tirano un sospiro di sollievo gli istituti bancari italiani, che stavano soffrendo sotto i colpi delle varie regolamentazioni stringenti come le tre versioni di Basilea e della crisi finanziaria, che le ha prese di mira in quanto banche di una nazione PIIGS.Il problema della banche italiane poi, si chiama Tier 1; è una sigla utilizzata per misurare la patrimonializzazione di una bancaLe banche italiane hanno questo indicatore sotto il 10%, con l’eccezione di Mediobanca che è all’11%; mentre le banche europee ed americane sono quasi tutte in doppia cifra.Siccome le banche devono adeguarsi agli standard di quelle europee, la via è stretta e le manovre per aumentare questo indice sono solo due; e cioè fare gli aumenti di capitale e smettere di dar via soldi perché più soldi escono, più il Tier 1 si abbassa.Tuttavia, mentre le banche italiane fanno dell’erogazione il 60% dei loro ricavi, le banche occidentali fanno anche altro, trading, derivati, ecc.La situazione attuale, quindi, è figlia non solo della crisi del sistema finanziario (anche se poi la speculazione ha fatto la sua parte), ma anche dell’avvitamento in cui siamo finiti grazie ai tanti “regolatori” che non sanno regolare un bel niente.Ma anzi, fanno più confusione che altro. Interessante il braccio di ferro in corso tra Abi ed Eba cioè tra l’ associazione banche italiane e l’Authority bancaria europea, sulle regole per la solidità bancaria europea.L’Abi dice che queste regole penalizzano le banche italiane; infatti le banche italiane devono rafforzarsi per 15 miliardi di euro, mentre le francesi per circa 9 miliardi di euro e per circa 5 miliardi di euro le tedesche.L’Eba, la settimana scorsa, ha chiesto alle banche italiane rafforzamenti di patrimonio per 7,3 miliardi di euro a Unicredit, 3 miliardi a MPS, 1,4 miliardi die ruo a Ubi Banca e 2,8 miliardi a Banco Popolare.Ben venga quindi la mossa delle banche centrali, che porterà delle riduzioni di costi delle banche nell’ottenimento di liquidità dalla BCE. Tanta carne sul fuoco, mentre si preparano a volare le quotazioni delle banche italiane dopo la Manovra di Monti, che prevede una garanzia statale “incondizionata e irrevocabile” per le obbligazioni bancarie degli istituti redditizi e patrimonializzati.
Correlati
Devi accedere per postare un commento.