La fotografia complessiva dei dati macroeconomici di USA, Giappone e Europa è, tutto sommato, incoraggiante. L’inflazione è sotto controllo e in un trend generale di discesa che consentirà alle Banche centrali di Europa (BCE), Giappone (BoJ) e Cina (PBoC) di mettere in atto politiche monetarie ancora più espansive e ha dato modo alla banca centrale americana (FED) e a quella inglese (BoE) di rinviare il rialzo dei tassi di interesse.
Tuttavia, si deve tenere conto che lo scenario sui mercati azionari è profondamente cambiato da inizio anno. La volatilità media è più elevata e non risparmia nessuna classe d’investimento, l’area dei mercati emergenti è ancora al centro di una crisi, anche se non c’è il rischio di una ripetizione di quanto accadde nel 1997-98 perché la condizione macroeconomica di questi Paesi in generale è migliore, sia per quanto riguarda le riserve estere sia sul fronte del debito pubblico, che permette ancora di implementare stimoli fiscali. Per tutte queste ragioni, la posizione sul mercato azionario è passata da una posizione di sovrappeso a neutrale, con una riduzione più forte sui mercati emergenti.
Per quanto riguarda le singole aree geografiche, è privilegiata l’Eurozona, anche se quasi tutti hanno ridotto leggermente il sovrappeso, e il Giappone che continua a essere sovrappesato. Le valutazioni eccessivamente care dei titoli americani hanno, invece, portato ad abbassare la posizione sulla Borsa di New York incrementando il sottopeso. Resta confermato il sottopeso sui mercati emergenti perché le azioni sono troppo vulnerabili al rallentamento dell’economia cinese, alla svalutazione dello yuan e alla caduta dei prezzi delle materie prime. Il sottopeso è confermato anche su area Pacifico ex Giappone, la più esposta alla Cina.
Fra i fattori critici da monitorare c’è la forte contrazione dell’economia cinese, il rialzo dei tassi della FEd, con ogni probabilità entro fine anno, e l’agenda elettorale in Eurozona, in particolare, Spagna e Portogallo.
USA
L’economia americana è ben supportata dalla ripresa del mercato del lavoro, di quello immobiliare, che è tornato sui livelli del 2008, e dalla crescita dei consumi che sono attesi in rialzo nel secondo semestre, anche grazie alla discesa del prezzo della benzina. L’aspettativa è di una crescita del PIL al 2,5% entro fine anno, e di una stretta della politica monetaria da parte della FED graduale e dipendente dal dato dell’inflazione che deve essere sempre ben sotto controllo.
LA NOSTRA STRATEGIA
La crescita americana nei prossimi mesi si consoliderà, guidata dai consumi e dalla ripresa dell’occupazione. Tuttavia, alla luce di queste dinamiche, la nostra visione sul mercato statunitense è di un incremento del sottopeso a causa delle valutazioni eccessive delle azioni. I settori preferiti sono i beni di consumo, tecnologia, e finanza, mentre sono da evitare i titoli dell’energia e le utilities in generale.
COSA TENERE SOTTO CONTROLLO
Dopo un agosto di choc sui mercati, il pericolo maggiore è rappresentato dalla contrazione dell’economia cinese che rimane la vera incognita da monitorare. Gli altri fattori critici, ma più controllabili, sono ladinamica del rialzo dei tassi di interesse da parte della FED e le elezioni nell’Eurozona che potrebbero aprire nuovi scenari politici.
Europa
IL MERCATO
L’economia dell’Eurozona viaggia verso la ripresa sostenuta da export e domanda domestica. In particolare, i consumi privati sono ripartiti grazie alla discesa del costo dell’energia e alla debolezza dell’euro. I dati relativi alla qualità del credito in Eurozona suggeriscono che la crescita continuerà anche nel secondo semestre dell’anno, grazie a un’inflazione in calo, alla discesa dei prezzi della benzina e al rallentamento della Cina che porterà molto probabilmente la Banca centrale europea a rinnovare manovre di politica monetaria espansive (Quantitative Easing).
LA NOSTRA STRATEGIA
Confermiamo il giudizio di sovrappeso sull’azionario dell’Eurozona, anche se lo abbiamo leggermente ridotto. Il momento positivo si deve ai fondamentali macroeconomici dell’area e a un rapporto utili per azione favorevole. In particolare, le valutazioni delle azioni quotate sulle Borse europee sono più Vi sono titoli attraenti rispetto alle obbligazioni, avendo un dividend yield, molto remunerativo intorno al 3,9%. Finanziari, healthcare e ciclici sono da privilegiare. Meglio restare fuori, invece, da utilities e telefonici.
Giappone
Una politica monetaria accomodante, un forte flusso di investimenti esteri sul Paese e una crescita sostenuta dell’export verso il mercato americano sono i fattori che guidano la Borsa di Tokyo. Il momento positivo per le aziende del Paese è supportato anche dalla debolezza dello yen, che potenzialmente, però, può diventare un problema nel lungo periodo. Sovrappesare, anche perchè, è un mercato molto liquido.
determinante il successo delle riforme strutturali imposte dal Governo, tutto da verificare. Sull’Abenomics, la riorganizzazione dell’economia del Paese voluta dal premier giapponese, possono ancora pesare in negativo la contrazione dell’economia cinese e un forte apprezzamento dello yen.
Pacifico ex Giappone
I mercati azionari di quest’area sono particolarmente influenzati negativamente dalle cattive notizie di un indebolimento dell’economia cinese. Ed è proprio l’Australia, la principale economia dell’area, a soffrire maggiormente di un ciclo al ribasso asiatico. La Reserve Bank of Australia (RBA) ha già usato la leva della politica monetaria con un taglio dei tassi nel primo trimestre dell’anno. Non ci sono segnali di nuove manovre nel breve termine. Sottopesare privilegiando azioni ad alto dividendo
Mercati Emergenti
Una volatilità al di sopra della media sarà la protagonista assoluta di questi listini fino alla fine del 2015. A questo si deve aggiungere una minor crescita del Prodotto interno lordo, che in Paesi come il Brasile ha riportato in auge la parola recessione. Tutta l’area emergente è entrata in una fase nuova di mercato che potrebbe richiamare quanto già vissuto con la crisi del 1997-98, anche se con una differenza sostanziale della condizione macroeconomica di questi Paesi. Infatti, lo stato di salute è migliore sia per quanto riguarda le riserve estere sia sul fronte del debito pubblico, contesto che permette di implementare stimoli fiscali. Visone da neutrale a negativa