Gli analisti sono senpre più convinti che la Fed opterà per la prudenza e aspetterà ad aumentare i tassi per avere il tempo di seguire attentamente gli sviluppi a livello internazionale. “Confermiamo la nostra idea per cui il primo rialzo dei tassi da parte della banca centrale americana avverrà a dicembre, seguito da tre rialzi nel 2016 che porteranno il tasso sui Fed fund all’1,00-1,25% entro fine 2016”, spiega il Team di Research & Investment Strategy di Axa Investment Managers.
Tuttavia, è importante ricordarsi che altri fattori continueranno a limitare il potenziale di rialzo dei rendimenti a lungo termine. “Prima di tutto, i rialzi graduali dei tassi di interesse ma anche il fatto che la composizione dei titoli nello stato patrimoniale della banca centrale americana è molto cambiata. È un fattore importante per i premi a termine (ovvero la differenza tra i tassi a lungo termine attuali e i tassi a breve termine previsti, ndr)”.
Si acquistano titoli di Stato (tassi) se si crede che il livello attuale dei tassi di interesse a più lungo termine ricompenserà del rischio collegato a un futuro aumento dei tassi di interesse a breve.
“In base alle nostre stime, le dimensioni dello stato patrimoniale della Federal Reserve sembrano produrre un effetto persistente sul premio a termine, con una compressione di circa 80 punti base”, spiega il Team di Research & Investment Strategy di Axa Investment Managers.
A meno che non si verifichi uno shock inflazionistico o un errore di politica monetaria, “è equo presuppore che il premio a termine aumenterà molto lentamente. In tale scenario, abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni per la fine del 2016 al 2,7%, dal 3% . Confermiamo il nostro suggerimento di una posizione sottopesata nel breve/medio termine”, nei titoli di Stato Usa aggiugono gli esperti di Axa Im. “Rimaniamo cauti sul reddito fisso in generale, principalmente viste le prospettive sui Treasury Usa”.
Comunque la Bce non può abbassare la guardia. “Tutti i dati dell’estate indicano che la ripresa continua ma manca di vigore. Come previsto, la Banca Centrale Europea ha rivisto al ribasso le previsioni su crescita e inflazione. Eppure, uno degli indicatori preferiti dalla Bce, l’inflazione a termine attesa tra cinque anni per i successivi cinque anni, è sceso ancora sotto all’1,7%, ovvero ben al di sotto della zona di sicurezza della banca. Il comunicato stampa della Bce riporta che i rischi si sono aggravati, a giustificazione delle dichiarazioni più accomodanti dei membri del Consiglio Vítor Constâncio e Peter Praet”, prosegue Axa Im.
In tale scenario, gli analisti del gruppo francese si aggiungono a una platea di analisti che prevede che la Bce estanda il Qe oltre il 2016 che sta diventando sempre più ampia. “La probabilità che il Qe venga prorogato oltre settembre 2016 aumenta, a conferma del nostro suggerimento di una posizione sovrappesata nel breve periodo per il debito sovrano dei paesi core e periferici”, continua Axa Im.
Che sul fronte delle obbligazioni corporate privilega posizioni con bassa duration nell’high yield, soprattutto negli Stati Uniti per l’ampliamento degli spread. “Mentre il credito in euro dovrebbe beneficiare del piano di acquisto di titoli del settore pubblico da parte della Bce”, concludono gli analisti del gruppo Axa .
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