Ancora prudenza sul reddito fisso

blogdieconomia_c0022eabe0195572b15633df4868e28b L’atteggiamento accomodante della FED, che a settembre ha mantenuto invariato il tasso di interesse, è positivo per il reddito fisso, ma per il futuro è prevedibile un percorso in lieve risalita dei rendimenti in scia ai miglioramenti economici. Nel problematico contesto estivo che ha colpito le asset class rischiose, il mercato delle obbligazioni governative dell’Eurozona ed i BTP in particolare hanno dimostrato capacità di resistenza, anche grazie alle dichiarazioni della BCE a conferma della propria politica monetaria espansiva.

In questa situazione, i governativi dei Paesi core sono passati da forte sottopeso a sottopeso, investendo in questa asset class la liquidità ottenuta con la riduzione del peso su azioni e investimenti alternativi. Posizione neutrale sulle obbligazioni dei paesi periferici, con una leggera preferenza per l’Italia rispetto alla Spagna, dove a dicembre si terranno le elezioni. Forte sottopeso sulle obbligazioni corporate investment grade e  posizione marginale sulle obbligazioni High Yield,

Posizione marginale anche sulle obbligazioni dei paesi emergenti, con una preferenza per le emissioni in valuta forte (dollaro, euro). C’è valore nei mercati come quelli dell’Europa Centro-Orientale, così come nei paesi con prospettive di taglio dei tassi (India, Corea, Tailandia, Indonesia e la stessa Cina).

Tra i rischi potenziali da segnalare, una brusca frenata dell’economia cinese e il conseguente ulteriore rallentamento degli altri paesi emergenti. Anche un’ulteriore escalation della crisi tra Russia e Ucraina, potrebbe spingere l’avversione al rischio e a una maggiore domanda per i cosiddetti “porti sicuri”. Infine, da monitorare un nuovo collasso del prezzo delle materie prime che aggiungerebbe preoccupazioni sul fatto che l’economia globale possa ricadere in un contesto di deflazione.

 

USA

IL MERCATO
I rendimenti dei Treasury USA, che nel mese di agosto avevano risentito del rinnovato interesse verso i “porti sicuri” dovuto alle problematiche in Cina, sono tornati su un percorso al rialzo, in parte grazie alle vendite di questi titoli da parte del Governo cinese, in scia alla decisione di lasciar svalutare lo yuan. Nel breve periodo, l’atteggiamento accomodante della FED dovrebbe sostenere il reddito fisso, ma alla luce del previsto miglioramento delle condizioni economiche negli Stati Uniti, è prevedibile  un trend in leggero rialzo per i rendimenti. Quando anche la FED dovesse decidere per un rialzo dei tassi che il mercato prevede a dicembre, sarà comunque importante considerare il ritmo con cui implementerà la propria politica monetaria restrittiva.

 

Europa

IL MERCATO
Le obbligazioni governative dell’Eurozona hanno dato prova di buona resistenza
 nel contesto di elevata volatilità che ha caratterizzato le asset class più rischiose in estate, dopo i problemi legati alla borsa cinese. Ad agosto, i Bund si sono temporaneamente apprezzati, in scia alla ricerca di sicurezza, per poi ritornare sui livelli precedenti a settembre dopo che la FED ha mantenuto invariati i tassi di interesse. La politica accomodante della BCE – in vigore almeno fino alla fine di settembre 2016 e oltre se necessario, e pronta a intervenire in caso di necessità – continuerà a sostenere i governativi europei, compensando le pressioni esterne. La divergenze delle politiche monetarie tra Vecchio Continente e Stati Uniti dovrebbe favorire, in termini relativi, il reddito fisso europeo rispetto a quello statunitense.

 

OBBLIGAZIONI HY

Sovrappeso marginale sulle obbligazioni corporate high Yield, con una preferenza per le emissioni su scadenze brevi (1–3 anni), che hanno un interessante differenziale di rendimento rispetto ai governativi, e per gli emittenti europei che hanno un profilo rischio/rendimento più difensivo. Quest’ultimo elemento è da collegarsi al supporto fornito dalle politiche non convenzionali della BCE, alla stabilità dei tassi di interesse in Europa, alla bassa esposizione all’energia e più elevata ai finanziari.
Obbligazionario Paesi Emergenti

Nel corso dell’estate la vulnerabilità dei mercati emergenti è emersa in tutta la sua evidenza. Il crollo del mercato azionario cinese, il tonfo delle materie prime, le preoccupazioni crescenti legate a una crescita più debole e al peso dei debiti hanno portato a una significativa svalutazione delle valute dei paesi emergenti e a un forte deflusso di capitali. Sebbene ci si aspetti un trend di volatilità, non crediamo si possa ripetere una crisi come quella del 1997–1998. I mercati emergenti, infatti, sono oggi in una situazione decisamente migliore. Da preferire i paesi con una solida bilancia dei pagamenti e ingenti riserve in valuta estera.

 

 

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