Analisi dei mercati

download SINTESI
EUROPATitoli azionari sostenuti dal rimbalzo dei prezzi delle materie prime
REGNO UNITOMercato favorito dall’ottima performance dei settori legati alle risorse
STATI UNITIAzioni sostenute dal continuo rimbalzo dei titoli di materiali ed energia
GIAPPONEMarginale flessione dei mercati, con l’impennata dello yen che ha annullato i guadagni dei titoli
REGIONE ASIA-PACIFICOAndamento piatto per le azioni che hanno risentito della revisione al ribasso delle previsioni di crescita globale del Fondo Monetario Internazionale
MERCATI EMERGENTIMercati in calo a causa dei timori degli investitori per gli sviluppi in Cina
REDDITO FISSOSovraperformance dei principali titoli di Stato da parte delle obbligazioni corporate

EUROPA
Ad aprile i titoli azionari europei hanno incrementato i guadagni sulla scia del rimbalzo dei prezzi delle materie prime e di dati sulle esportazioni cinesi superiori alle attese. Il già positivo sentiment di mercato è stato rafforzato anche dai commenti ottimisti del Presidente della Federal Reserve USA (Fed), Janet Yellen, che ha parlato di un’economia statunitense “solida”. Tuttavia, i guadagni sono stati in parte limitati dalla notizia del voto contrario della Bank of Japan (BoJ) all’introduzione di nuove misure di stimolo. A livello settoriale, i titoli dell’energia sono stati i più remunerativi a causa del rialzo dei prezzi del greggio, mentre il settore tecnologico è risultato quello più penalizzato. In un contesto di propensione al rischio, le società small cap e mid cap hanno sovraperformato le controparti di maggiori dimensioni, mentre i titoli value hanno registrato risultati migliori di quelli growth.
I dati macroeconomici sono apparsi ampiamente positivi, nonostante i deludenti numeri sull’inflazione. Secondo le stime flash, il PIL dell’Eurozona sarebbe salito dell’1,6% su base annua nel primo trimestre. Nondimeno, l’inflazione resta in territorio negativo, in calo dello 0,2% nel corso del mese. Ad aprile l’Indice dei direttori d’acquisto (PMI) di Markit per il settore manifatturiero dell’Eurozona si è attestato a quota 51,7, in lieve miglioramento rispetto ai 51,6 punti del mese precedente. Tra i Paesi inclusi nel sondaggio, Germania, Italia e Spagna hanno registrato ottimi risultati sul fronte delle esportazioni. La Francia ha subito una contrazione nel corso del mese, con l’indice PMI sceso al minimo degli ultimi 12 mesi: in particolare, il Paese ha registrato il calo più significativo nei dati su nuovi ordinativi e produzione rispettivamente da febbraio 2015 e aprile 2015. Dopo tre mesi consecutivi di flessione, anche il sentiment economico dell’Eurozona ha ripreso a salire sulla scia di una maggiore fiducia nei confronti di tutti i settori economici, fatta eccezione per il commercio al dettaglio.

REGNO UNITO
Per il terzo mese consecutivo, ad aprile le azioni britanniche hanno chiuso il periodo in rialzo grazie all’ottima performance dei settori legati alle risorse, avvantaggiati dall’incremento dei prezzi di metalli e petrolio. Si è tuttavia avvertita una certa preoccupazione per i possibili effetti negativi sull’economia dell’incertezza legata al Brexit, mentre il timore di trovarsi di fronte a un altro scandalo sui test delle emissioni automobilistiche ha pesato sul sentiment degli investitori. Con un rendimento mensile dell’1,4%, le società di maggiori dimensioni hanno sovraperformato le controparti small cap e mid cap che hanno rispettivamente registrato un 1,3% e -0,3%. A livello settoriale, i titoli del settore estrattivo e quelli di gas e petrolio sono stati fra i più remunerativi sostenuti dal rinnovato interesse degli investitori per questi settori precedentemente penalizzati. Sul fronte negativo, i titoli di hardware tecnologico, rivenditori al dettaglio di alimentari e farmaci, produttori alimentari e viaggi e tempo libero hanno espresso le peggiori performance.
Sul versante economico, in base agli ultimi dati dell’Office for National Statistics (ONS), la crescita dell’economia britannica ha rallentato nel primo trimestre dell’anno a causa della flessione dell’attività manifatturiera ed edilizia. Stando all’ONS, il PIL sarebbe cresciuto dello 0,4% tra gennaio e marzo, in calo dallo 0,6% del quarto trimestre, ma comunque in linea con le aspettative degli economisti, trattandosi del 13° trimestre consecutivo di crescita positiva per il Regno Unito. Su base annua, il PIL del Regno Unito è cresciuto del 2,1%. Stando all’indice dei prezzi al consumo (IPC), l’inflazione è salita allo 0,5% a marzo. Sempre secondo l’ONS, il forte aumento delle tariffe aeree, dovuto a una Pasqua molto vicina alla stagione invernale, è stato la principale causa del rialzo del tasso dallo 0,3% di febbraio. L’inflazione ha così raggiunto il massimo da dicembre 2014, pur restando ancora al di sotto del target del 2,0% della Bank of England (BoE). La disoccupazione è salita di 21.000 unità a 1,7 milioni tra dicembre e febbraio, il primo incremento dal periodo maggio-luglio dello scorso anno. Il tasso di disoccupazione è rimasto al 5,1%, ancora inferiore al dato dello stesso periodo dello scorso anno quando era al 5,6%. Sul fronte della politica monetaria, il Comitato per la politica monetaria (CPM) della BoE si è espresso all’unanimità in favore del mantenimento dei tassi d’interesse allo 0,5%.

STATI UNITI
Le azioni statunitensi sono state marginalmente positive ad aprile, essenzialmente sostenute dal costante rimbalzo dei titoli di materiali ed energia. I deboli dati sugli utili di molte società tecnologiche, tra cui Apple e Alphabet, ha però pesato in misura significativa sul mercato nel suo complesso. Per quanto riguarda la solidità dell’economia statunitense, segnali contrastanti sono giunti dalla stagione di pubblicazione degli utili del primo trimestre, con poche società che hanno deluso le stime di consensus rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A livello settoriale, i titoli di energia e materiali hanno realizzato i guadagni più importanti nel corso del mese, avvantaggiati dalla ripresa dei prezzi delle materie prime. Anche servizi finanziari, sanità e prodotti industriali hanno sovraperformato, mentre i titoli tecnologici hanno subito le perdite mensili più ingenti a causa di dati sugli utili inferiori alle attese.
Sul versante economico, i dati riferiti al mercato interno sono apparsi contrastanti. Per quanto riguarda il PIL del primo trimestre, la stima preliminare è risultata inferiore alle attese a quota 0,5%, il tasso di crescita più debole dal primo trimestre 2014. Anche il dato core sui consumi personali, l’indicatore preferito dalla Fed per misurare l’inflazione, ha ceduto lo 0,1% nel corso del mese, attestandosi a quota 1,6%, principalmente per effetto del calo della spesa in beni durevoli scesa in territorio negativo (-1,6%). Le esportazioni si sono ridotte nel primo trimestre a causa del costante clima di volatilità tra molti dei principali partner commerciali statunitensi e del rafforzamento del dollaro USA. I dati sulla disoccupazione sono rimasti essenzialmente stabili nel corso del mese, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione risultano sotto la soglia delle 300.000 (un livello di riferimento per valutare la solidità del mercato del lavoro statunitense) per 60 settimane consecutive, il periodo più lungo a questo livello dal 1973.

GIAPPONE
Il mercato giapponese ha subito una marginale flessione ad aprile, in quanto l’inattesa decisione della BoJ di accantonare un ulteriore allentamento ha fatto impennare lo yen e ha annullato i recenti guadagni realizzati dai titoli. La stabilizzazione dei mercati valutari e delle materie prime ha inciso positivamente sulla propensione al rischio globale e, insieme all’aumento delle quotazioni petrolifere, ha incoraggiato l’acquisto dei titoli di materie prime/materiali e quelli legati alla domanda esterna. Al contempo, le aspettative di un ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della BoJ hanno contribuito a indebolire lo yen e hanno incoraggiato gli investitori esteri ad acquistare titoli giapponesi. I terremoti che hanno colpito la prefettura di Kumamoto nel Giappone meridionale hanno alimentato i timori rispetto agli impianti manifatturieri nell’area e all’impatto sulle catene di approvvigionamento, mentre i titoli sono stati oggetto di prese di profitto dopo il recente rialzo delle quotazioni azionarie. A fine mese, la decisione della BoJ di lasciare invariata la politica monetaria a dispetto della revisione al ribasso delle previsioni sull’inflazione ha fatto impennare lo yen nel cambio con il dollaro USA (che ha chiuso a ¥108/US$) e ha portato al crollo delle quotazioni azionarie. Sulla scia di questa notizia, titoli mobiliari, banche e titoli assicurativi hanno subito le perdite più importanti tra i servizi finanziari. A livello settoriale, i servizi di pubblica utilità hanno registrato la flessione più significativa vista la reazione negativa degli investitori alle deludenti stime sugli utili. Nel settore delle attrezzature per i trasporti, le azioni di Mitsubishi Motor sono crollate dopo la notizia relativa alla manipolazione dei dati sull’efficienza energetica. Anche beni di consumo di base e servizi finanziari hanno sottoperformato. Il settore dell’energia ha invece rispecchiato il continuo rimbalzo dei prezzi del greggio, ma anche telecomunicazioni e materiali hanno registrato una buona performance rispetto al mercato nel suo complesso.
Una serie di dati macroeconomici diffusi prima dell’annuncio della BoJ ha delineato un quadro contrastante dell’economia giapponese per il mese di marzo. La produzione industriale ha rimbalzato, la crescita dei nuovi cantieri ha accelerato e il tasso di disoccupazione è sceso al 3,2%. Le vendite al dettaglio sono calate a un ritmo meno sostenuto del previsto, ma la spesa delle famiglie è scesa al tasso più rapido da un anno. L’indice dei prezzi al consumo ha perso terreno, con l’inflazione inerziale (che esclude i volatili prezzi degli alimentari) in calo dello 0,3% rispetto allo scorso anno.

REGIONE ASIA-PACIFICO
I titoli azionari della regione Asia Pacifico (Giappone escluso) hanno chiuso il mese di aprile pressoché invariati, con il sentiment degli investitori che ha risentito positivamente della prudenza della Fed rispetto agli ulteriori incrementi dei tassi di interesse e della pubblicazione di dati economici riferiti alla Cina superiori alle attese. Di contro, gli investitori sono stati delusi dalla revisione al ribasso delle previsioni di crescita globale del Fondo Monetario Internazionale. A livello settoriale, energia e materiali hanno seguito al rialzo i prezzi delle risorse, ma anche sanità e beni di consumo di base hanno guadagnato terreno. Di contro, informatica (IT), beni di consumo discrezionali e servizi di pubblica utilità hanno perso terreno. Le azioni cinesi non hanno subito variazioni di rilievo nel corso del mese. Il sentiment degli investitori ha tratto vantaggio dalla pubblicazione dei dati economici che hanno confermato il positivo effetto sull’economia delle misure di stimolo. Nel primo trimestre, il PIL è cresciuto del 6,7% su base annua, mentre i dati aggiornati più di frequente, tra cui esportazioni, investimenti in immobilizzazioni, produzione industriale e vendite al dettaglio, sono apparsi migliori del previsto. La crescita degli utili industriali e dei prezzi medi delle nuove abitazioni nelle 70 principali città cinesi ha accelerato a marzo. Di contro, i timori rispetto all’aumento dei default sul debito corporate hanno limitato i rendimenti del mercato cinese. Il mercato di Hong Kong ha chiuso il mese in territorio positivo. I titoli immobiliari sono saliti sulla scia del miglioramento dei volumi di vendita degli immobili residenziali sul mercato primario e della stabilizzazione dei prezzi degli immobili residenziali sul mercato secondario. Al contempo, il tasso di disoccupazione è salito a marzo in quanto la debolezza del turismo e dei consumi locali ha pesato sul settore retail e su quello dei servizi ricettivi. Il mercato taiwanese ha chiuso il mese in ribasso a causa della debole performance dei titoli informatici, con i produttori e i fornitori di Apple che hanno risentito della pubblicazione da parte del costruttore di iPhone di risultati e stime deludenti. Anche le azioni sudcoreane hanno perso terreno a causa del sequenziale rallentamento della crescita economica nel primo trimestre. Come previsto, esportazioni e consumi privati hanno subito un indebolimento. I beni di consumo di base hanno sostenuto il mercato di Singapore, mentre i prodotti industriali hanno pesato sui rendimenti. La solidità delle società legate alle materie prime ha dato slancio al mercato australiano. L’inflazione ha subito un importante allentamento nel periodo gennaio-marzo, tornando ad alimentare le speranze di una riduzione del principale tasso di interesse.
Le azioni indiane hanno tratto vantaggio dall’allentamento della politica monetaria da parte della Reserve Bank of India. Inoltre l’inflazione ha subito un allentamento nel mese di marzo, mentre a febbraio la crescita della produzione industriale ha superato le attese. Energia e materiali hanno sostenuto il mercato tailandese, mentre banche e telecomunicazioni hanno limitato la performance. Nello specifico, le banche hanno risentito dei timori per gli utili dopo la riduzione dei tassi di interesse di base. Le condizioni economiche sono rimaste stabili a marzo in quanto consumi privati, investimenti privati e produzione manifatturiera sono saliti rispetto all’anno precedente. I titoli azionari malesiani e indonesiani hanno chiuso il mese in ribasso. In Malesia, importazioni ed esportazioni hanno superato le attese e la crescita della produzione industriale è migliorata nel mese di febbraio. Il governo indonesiano ha annunciato un nuovo pacchetto di incentivi pensato per agevolare l’attività d’impresa nel Paese. Il mercato delle Filippine ha invece risentito dell’incer-tezza per le imminenti elezioni presidenziali nel mese di maggio.

MERCATI EMERGENTI
La volatilità di aprile ha inciso negativamente sui mercati emergenti che hanno chiuso il mese in lieve flessione. A dispetto della potenziale stabilizzazione emersa dai dati pubblicati dalla Cina, i guadagni sono stati compensati dai timori che un miglioramento del contesto economico cinese possa indurre il governo a evitare l’introduzione di ulteriori misure di stimolo. Il sentiment degli investitori ha inoltre risentito dei default sul debito di due imprese di Stato locali che non hanno rispettato i termini dei propri obblighi di pagamento nei confronti degli obbligazionisti. Sul fronte positivo, i titoli azionari indiani hanno guadagnato terreno sulla scia del calo dell’inflazione e della previsione del governo di piogge monsoniche superiori alla media che hanno dato slancio al sentiment e alle prospettive di crescita. I titoli dell’America Latina hanno guadagnato terreno. I mercati brasiliani hanno beneficiato dell’approvazione, da parte di due terzi della Camera dei deputati brasiliana, dell’impeachment nei confronti del Presidente Dilma Rousseff, una decisione su cui dovrà ora pronunciarsi il Senato. Gli investitori ritengono infatti che una nuova coalizione di governo risulterebbe più favorevole ai mercati e potrebbe accelerare il tanto auspicato processo di riforma del Paese nell’ottica di un suo rilancio economico. I titoli peruviani hanno guadagnato terreno sulla scia della diffusione dei risultati delle elezioni presidenziali con i votanti che, al primo turno, hanno scelto due candidati orientati alle esigenze delle imprese. Dall’altro lato dell’Atlantico, i titoli azionari di Europa emergente, Medio Oriente e Africa hanno chiuso il mese in rialzo. I prezzi del greggio hanno continuato a salire a fronte del costante indebolimento del dollaro USA e dei timori di impreviste interruzioni delle forniture in America Latina che potrebbero contribuire a ridurre l’offerta in eccesso. Questo rialzo dei prezzi ha naturalmente favorito i titoli dei Paesi produttori di petrolio, quali Russia e Arabia Saudita.
Le notizie economiche provenienti dal mondo emergente si sono concentrate sulle iniziative di politica monetaria. La Reserve Bank of India ha tagliato i principali tassi di riferimento al minimo dal 2011. Per quanto riguarda l’America Latina, la banca centrale colombiana ha alzato i tassi di interesse nel tentativo di contenere l’inflazione che sta incidendo negativamente sui consumi. A dispetto degli auspicati tagli ai costi del credito per dare slancio alla crescita, i policymaker russi hanno deciso di lasciare invariati i tassi di interesse. Nell’Europa emergente, l’Ungheria ha ridotto i tassi di interesse per sostenere l’economia e impedire all’inflazione di scendere al di sotto del target. Decisione della BoJ di lasciare invariata la politica monetaria ha invece riportato una certa avversione al rischio sui mercati nell’ultima settimana del mese, limitando di conseguenza i guadagni.

 

 

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