Alfonso Scarano: La tempesta perfetta

Avete mai affrontato in barca a vela un mare burrascoso?

Avete mai affrontato il buio di una notte tempestosa con la barra o il timone nelle mani, in un mare insidiato da rocce e scogli, con l’aggravante del fattore marea e a far continuamente su e giù dal pozzetto per controllare ed aggiornare il punto nave sulla carta, con il portolano sempre pronto in mano?

Traguardi di fari e di punti cospicui che si accendono all’orizzonte presi a mano con la bussola, senza plotter e satellite già andati in avaria. Puntini accesi nella notte che brillano e si spengono a ritmo regolare: uno, due bagliori e 10 secondi di buio….

Avete mai timonato nel ghiaccio degli spruzzi salati che schiaffeggiano la cerata, e la faccia? Chi ha affrontato il mare nella sua natura di selvaggia indomabile potenza può capire.

Gli altri possono solo immaginare; ma la cosa è ben differente. Ebbene, la natura scatenata è potente ed indomabile, bellissima e terribile. Ma anche alcune costruzioni umane quando si scatenano è impossibile resistergli.

Solo dopo, a buriana attenuata, si possono vedere galleggiare in mare le tracce dei naufragi di chi è stato imprevidente o solo sfortunato. Nell’economia si notano invece subito le chiusure delle fabbriche, opifici, negozi e botteghe ed il deperire e l’ingrigirsi delle città e dei borghi.

E c’è chi si domanda ancora, sbigottito: come e perché è avvenuto tutto questo?

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