AAA: Fondo Salva Gente Cercasi

salvagente finanziario-300x150Ok, il debito degli stati europei è una piaga per la crescita economica. Va bene, occorre gestire la crisi della Grecia perché il cancro di uno stato molto malato dell’Unione Monetaria potrebbe tramutarsi in metastasi per l’intera Unione Economica.

Tutti d’accordo con i big del G8 (Merkel esclusa) sul fatto che servano fondi e regole per favorire lo sviluppo strutturale del continente. Certamente bisogna salvare l’Euro – ma non a costo di affossare l’Europa, Germania esclusa – per salvare il presente ed il futuro dell’UE. Tutto questo è giusto, buono e necessario. L’importante è non dimenticare il presente ed il futuro della gente che in Europa ci vive, che anzi cerca di sopravvivere alla crisi aggravata da una unione fondata sull’assenza di coesione. Per non dimenticare le vittime innocenti quanto inconsapevoli della crisi, ai Fondi Salva-Stati occorrerebbe affiancare Fondi di Solidarietà destinati alla gente, alle famiglie ed alle imprese del continente che la crisi non l’hanno causata ma la stanno subendo – senza ragione e senza pietà – nelle tasche, nella testa e nel cuore.

Questi protagonisti della società ridotti a comparse di stato necessitano di ammortizzatori sociali da destinare ad una vita dignitosa, all’educazione dei figli, alla continuità di impresa, in attesa di nuovo sviluppo, di nuovo lavoro, di nuovo welfare. Se gli stati hanno bisogno di fondi “top-down” per non piombare nel baratro del debito, le persone hanno bisogno di fondi “bottom-up” per risalire dal baratro della disperazione, prima che il ciclo economico venga fatto ripartire. Si diano quindi agli stati le risorse di cui essi hanno bisogno, ma si dia nel frattempo anche pane e pace alla gente che di quei fondi vede e tocca ben poco a livello nazionale, nella valle di lacrime.

Questa crisi si risolve solo se si riparte dalla supremazia della persona sullo stato, se si forniscono cuscinetti salva-crisi e risorse scaccia-crisi alle famiglie ed alle imprese che, uniche e sole, potranno garantire nuova rinascita e prospettiva al continente. Sono queste persone, queste famiglie, queste imprese, la vera radice da nutrire per generare una nuova quercia europea, in luogo del salice piangente concimato ad economia e moneta, poi essiccato dagli abbagli di una visione d’Europa che adesso si trova a fare i conti con la dura realtà, dopo anni di ideologie, egoismi e belle speranze. Si trovi dunque il modo, a Bruxelles, di pensare ed istituire un fondo di solidarietà per far crescere una nuova quercia europea, mentre ci cerca di rianimare il salice piangente oramai in agonia.

Se il debito toglie il sonno ai capi di stato nella cabina di comando, la crisi sta togliendo il fiato alla gente, che rischia di annegare mentre i vascelli di stato rischiano di affondare, se lasciata sola nelle acque agitate d’Europa. Servono dunque – e subito – dei salva-genti, perché prioritari e per giunta più a buon mercato dei salva-stati, poichè l’Europa non potrà salvarsi se il popolo europeo sarà travolto dall’onda fatale della crisi politica, dimenticato in fin di vita nel mare in tempesta della crisi economica.

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