Il Presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker avverte la Grecia che la pazienza si sta esaurendo e “la possibilità di un default sovrano della Grecia, non si può escludere”, minacciando Atene di mettere fine agli aiuti europei. Il D-day è il 20 di Marzo, giorno in cui scadranno 14,5 miliardi di euro di Bond greci. Al momento, le tranche residue del primo aiuto di 110 miliardi di euro sono bloccate, e si sta negoziando un secondo aiuto di circa 145 miliardi di euro. Avevamo già avanzato il sospetto che l’auspicato Quantitative Easing 3 (l’america che stampa moneta per la terza volta dalla crisi del 2008) sarebbe arrivato in corrispondenza di un evento catastrofico come il default greco, e le nostre previsioni stanno per realizzarsi. Dal 2009, i greci hanno fatto uscire dai loro conti correnti circa 65 miliardi e venerdì, il ministro delle finanze Evangelos Venizelos, ha detto al parlamento che “del totale, 16 miliardi di euro sono stati legalmente trasferiti all’estero”. E il resto? Sotto i materassi o nei paradisi fiscali. Stiamo parlando del 20% del Pil greco. Anche il fatto di avere al governo un tecnico anziché un esponente politico, potrebbe portarci a sospettare l’imminente default di Atene.
Da una parte i fortissimi sindacati greci e i partiti politici, dall’altra l’Europa, rappresentata dalla Troika Ue-Fmi-Bce e la Gemania, che ha chiesto la consegna del controllo sul bilancio della Grecia. I colloqui in corso vertono sul un taglio del 50% del valore in conto capitale delle obbligazioni in mano agli investitori privati; tuttavia, la Grecia ha chiesto anche al settore pubblico, di accettare l’Haircut (taglio di capelli, inteso come taglio in conto capitale delle obbligazioni greche). Ma la BCE, che aveva acquistato 45 miliardi di euro di Bond greci per sostenere il paese, e la Germania, si sono infuriati. Ma guardiamo alle cifre, della tragedia greca; nel 2011, il sistema sanitario greco ha speso 4,1 miliardi di euro in farmaci (2% del PIL), ma la Troika aveva fissato il budget a 3,8 miliardi di euro; per il 2012 la Troika chiede il taglio a 2,1 miliardi di euro.
Ma è solo un dato; il problema del disastro greco non è solo il debito pubblico e la macchina politico-sindacale che lo ha creato, ma anche il settore pubblico. La spesa pubblica greca era nel 2010 al 49,5% del Pil (147% debito pubblico/Pil) e le entrate fiscali al 29,4% del Pil (dati 2009). Sempre nel 2009 la Grecia era il 9° paese del mondo con il maggiore saldo negativo a -35.913 milioni di dollari; anche in rapporto al Pil aveva, nel 2009, un bel -10,9%. Tuttavia, era tra i primi 30 paesi del mondo per vendita di auto e 26° paese del mondo con il piu’alto tasso di motorizzazione, e stiamo parlando di un paese con 11 milioni di abitanti. Nei primi 19 paesi del mondo per linee telefoniche ogni 100 abitanti (47 linee telefoniche per 100 abitanti, contro le 36 dell’Italia), e 46° paese del mondo per abbonamenti al cellulare, sempre ogni 100 abitanti con 119 abbonamenti (la Germania è a quota 127) (dati 2009). Per la banda larga, la Grecia è a 17 abbonamenti, sempre ogni 100 abitanti, con l’Italia a 20. Tv a colori per 100 famiglie, la Grecia è al 99.8, l’Italia è al 96,8. La penisola ellenica è nei primi 18 paesi con piu’ iscritti alla scuola secondaria, 4° paese del mondo con piu’ iscritti all’università, 29° paese del mondo per maggiore speranza di vita e 11° del mondo come minore mortalità infantile.
La spesa sanitaria è al 10,6% del Pil, ma il dato piu’ eclatante, che può dimostrarci la logica del sistema economico greco, è dato dalla classifica mondiale che rileva il minor numero di abitanti per medico. La Grecia è la prima al mondo, con 166 abitanti per medico, davanti a Cuba, seconda con 168 (dati 2009).
Insomma, 727.000 dipendenti pubblici per un paese di 11 milioni di abitanti, è un lusso che Atene non si può piu’ permettere. L’economia della Grecia è prettamente turistica ed infatti è il 16° paese del mondo per arrivi con circa 15 milioni di turisti, che vengono accolti da 746.000 impiegati del turismo greco. Il rapporto uno a uno dipendenti pubblici/addetti al turismo, è l’attuale paradosso di Zenone, chiamato anche dimostrazione dell’assurdo.
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