Vendesi

 E’ la summa, l’essenza dell’Italia. Vendesi campeggia alle finestre degli appartamenti, nei fogli attaccati ai pali della luce, sugli annunci dei giornali. A “Vendesi” si riduce la strategia industriale italiana e si invoca “Vendesi” per quel po’ di pubblico che resta. Vendesi le caserme nel centro delle città, le più belle ville nei posti rinomati, le vigne più ricercate, i panorami e le coste più immortalate. Vendesi per ENEL, ENI, FINMECCANICA. Svendesi invece per gli alloggi dello Stato, delle Province e dei Comuni. Se poi comprano gli amici, allora facciamo un ulteriore sconto. Vendesi è la morale corrente. Ci uniformiamo a questo concetto, ne abbiamo fatto una regola di vita. Non ci permettiamo di chiedere dove vadano a finire i soldi, men che meno lo vogliamo documentato, ci bastano gli annunci, le cifre roboanti, il resto affari loro. Che vadano per pagare la cassa in deroga degli “Alitalioti” o per le future casse ordinarie e straordinarie degli ex-“Merloniani”. Niente ci ferma, niente. Dobbiamo strapagare manager incapaci, parlamentari corrotti, allenatori bolliti e a breve “impalmati”. Abbiamo presidenti cretini (non dello, ma nello Stato) da mantenere, rimborsi spese ordinari e straordinari da onorare, tasse assurde e inique da pagare e allora vendesi, vendesi, vendesi. Ma alla fine tutto resterà come prima e non avremo più niente da vendere, tranne noi stessi, e quindi apriremo finalmente i quartieri a luci rosse e ci venderemo, felici di poter continuare a mantenere qualcuno che ci fa soffrire, perché questa è la nostra vocazione, quella di corrispondere soldi a chi ci promette tanto, ma non ci corrisponde niente. Siamo figli dell’opera, del melodramma, delle canzonette di Nino D’Angelo, di Gigi D’Alessio, delle sceneggiate, da noi le rivoluzioni (industriali, politiche, di costume) sono state da burla, i nostri veri eroi sono stati Masaniello e  Berlusconi. E allora : VENDESI.

Mario Ferrari