Il sistema pensionistico pubblico, gestito prevalentemente dall’Inps e da altri istituti previdenziali di categoria, richiede, come è noto, requisiti di anzianità lavorativa e contributiva specifici, e molto spesso comporta come risultato un reddito mensile inferiore a quello percepito nel periodo lavorativo.
Tuttavia, grazie ai fondi pensione, è possibile aderire ad una forma di previdenza integrativa e personalizzata, in modo tale da poter ottenere una pensione
Decidere di aderire ad un fondo pensione integrativo è una scelta vantaggiosa sotti diversi aspetti, senza contare che consente il mantenimento di un tenore di vita pari a quello dell’ultimo periodo lavorativo.
Una soluzione interessante e conveniente
Aderire alla previdenza complementare non richiede investimenti eccessivi e complessi, ma comporta, al contrario, una spesa accessibile a chiunque: anche chi non avesse un lavoro regolare con questo sistema può facilmente accantonare un capitale di cui usufruire in futuro.
La previdenza complementare offre soluzioni di risparmio finalizzato flessibili e modificabili anche nel corso del tempo, in relazione alle proprie necessità e preferenze, con la possibilità di ottenere interessanti vantaggi fiscali e un rendimento che si rivaluta continuamente nel corso del tempo.
La rendita integrativa generata dalla previdenza complementare è infatti soggetta ad un regime fiscale agevolato ed è quindi spesso preferibile ad altre forme di investimento più classiche. I contributi versati volontariamente sono deducibili dai redditi soggetti a Irpef e prevedono una tassazione inferiore a diverse altre forme di investimento.
Una forma di risparmio tutelata e sicura
Un altro vantaggio della pensione integrativa è quello della sicurezza, in quanto consiste in un patrimonio separato e non soggetto a pignoramenti, sequestri e altre forme di rivalsa da parte di eventuali creditori.
La tutela riguarda non solo i problemi creditizi di chi aderisce a questa forma di risparmio, ma anche il possibile fallimento dell’ente gestore del fondo integrativo, che può essere una banca, una compagnia di assicurazioni o una società finanziaria.
Il capitale accumulato con la previdenza complementare viene investito nel mercato finanziario in base a sistemi di gestione che comportano diversi gradi sia di rischio che di rendimento. È quindi possibile scegliere tra obbligazioni e titoli di stato, mercato azionario o gestione mista, limitando quindi i rischi secondo le preferenze personali, in relazione ad esempio all’età dell’aderente o alla rendita che si desidera generare.
In ogni caso, è bene considerare che la contribuzione integrativa viene controllata dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, un ente apposito che stabilisce criteri ben precisi per tutelare gli investimenti effettuati con i fondi pensionistici.
Flessibilità nella costruzione e nell’ottenimento della rendita integrativa
Un ulteriore elemento che va a vantaggio delle pensioni integrative è la possibilità di personalizzare la rendita e, in alcuni casi, perfino di anticiparla, ad esempio per sostenere spese sanitarie o acquistare un immobile. Il fondo pensione può essere riscattato qualora si verificassero situazioni di disoccupazione o di invalidità, ed è possibile renderlo reversibile a favore degli eredi.
Se le condizioni lo permettono, la pensione integrativa può essere utilizzata anche come ponte tra il lavoro e il pensionamento.
In sintesi, l’adesione alla previdenza complementare permette di scegliere il fondo pensione preferito e il relativo livello di rischio, modificandolo comunque nel corso del tempo, offre la massima flessibilità per quanto riguarda i versamenti contributivi e, per i lavoratori dipendenti, permette inoltre di integrare la contribuzione previdenziale con il proprio TFR. Per finire, la prestazione ottenibile alla fine dei versamenti contributivi può essere una rendita vitalizia, la corresponsione di un capitale o una formula mista tra le due possibilità.
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