Ogni azienda ha una sua personalità.
A volte è emanazione di quella del padrone, a volte delle politiche aziendali scelte dal management, a volte condizionata dal settore industriale.
L’azienda è come un individuo: può essere alla mano, brillante, impostato, o un vero stronzo. Ma come, direte.
In un’azienda possono essere tutti stronzi? Ebbene sì.
E ci sono ragioni scientifiche per cui questo avviene. Il primo motivo è il processo di selezione e ritenzione del personale: “chi si somiglia si piglia” dice un proverbio, quindi se chi è dentro un’organizzazione ha un certo carattere tenderà ad attrarre gente simile, o selezionandola e impostando sistemi di recruiting tarati sul loro ambiente, o perché chi si candida o accetta le offerte è già una popolazione che si autoseleziona.
Ed infine la parte di personale più facile da trattenere nel lungo termine è quella coerente con lo stile maggioritario.
Il secondo motivo, più forte secondo me, provato in numerosi studi è che il sistema in cui si vive altera fortissimamente anche gli aspetti più profondi, arrivando persino ai valori.
Così ci sono le aziende in cui ci se la tira, mica gli executives e basta, ma se la tira anche l’usciere o la receptionist.
Ad esempio le aziende di moda come norma se la tirano abbastanza, ma anche quelle piccole aziende che si sono espanse velocemente in provincia. Non hanno la classe dei grandi gruppi o delle imprese situate nelle grandi città ma al tempo stesso hanno il provincialismo saccente dell’arrivato.
Così ti ritrovi paradossi come il direttore di multinazionale che è gentilissimo e la centralinista della piccola impresa che è isterica e frettolosa e ti tratta a pesci in faccia.
Insomma, è una vera giungla e non c’è una regola precisa. Così come per le persone. E allora ogni tanto da questa giungla spuntano vere chicche, tipo farsi passare “qualcuno” alle risorse umane, discutere con una professionista molto impostata che richiede di mandarle una mail e metterle la questione per iscritto e che gestisce con tono manageriale lo scambio. Solo per scoprire in seguito che era una stagista.