Marc è francese, ottant’ anni, figlio di cuneesi, che emigrarono dopo la prima guerra mondiale. In Italia era povertà nera, in Francia suo padre, che sapeva fare il carbone di legna, trovò subito mercato. Vita dura, Marc a undici anni seguiva il padre e apprendeva il mestiere, dormivano in capanne di fortuna vicino alla carbonaia, che andava sorvegliata giorno e notte. Finito, si lasciava raffreddare, si insaccava, si andava a vendere il carbone , si tornava in famiglia qualche giorno, per farsi lavare le poche cose, preparare del pane e si ripartiva per il bosco,a tagliare, ammucchiare, coprire di terra, mettere a punto gli sfiati e accendere. Il padre di Marc lo vedeva crescere, ne vedeva l’intelligenza e capiva che quel modo di vivere, l’unico per lui, non doveva esserlo necessariamente per suo figlio e gli disse : “Cercati un altro mestiere, più sicuro e più remunerativo”. Ci ragionarono per mesi, mentre vegliavano e poi fu presa una decisione. Cosa c’era di più sicuro del pane ? Niente, Marc sarebbe diventato fornaio. Abbandonò il carbone e cominciò come apprendista fornaio. Prima pagato niente, poi una miseria, si arrangiava nel tempo libero, rubato al sonno, per campare. Imparò, conobbe una brava ragazza, figlia di sardi, si innamorarono, si sposarono e decisero di mettersi in proprio. Trovarono un fornaio che voleva cedere, in territorio appena liberato dagli americani. Si misero d’accordo le famiglie e tutti contribuirono per un microscopico capitale d’entrata,il resto sarebbe stato pagato a rate. Due testoni Marc e Maddalena, due contadini duri, lavoratori, ma attenti, appena usciva una macchina muova per la produzione e c’era qualche soldo, la si comprava subito. Con la flotta americana si facevano buoni affari, il pane da vendere era tanto, ma sapevano che non sarebbe durata, allora cominciarono con la pasticceria. Si lavorava a ciclo continuo, Marc seguiva il forno e Maddalena faceva le consegne. Misero su il primo telefono del paese, per meglio seguire gli affari e quindi divennero anche una specie di posto telefonico pubblico. Nacquero due figli e il maschio, Roger, poca voglia di studiare, a sedici anni era nel forno, operaio come gli altri, anche peggio,perché a lui, se sbagliava, un calcio nel sedere glielo si poteva dare. Gli affari prosperarono, Marc e Maddalena chiudevano un mese all’anno e hanno girato il mondo. Lasciarono il forno a Roger, quindici anni fa. Le cose, avviate vanno avanti bene. Hanno aiutato prima i figli e poi i nipoti. Ora lei è mancata e Marc, tutte le settimane, la va a trovare e le racconta della famiglia, di come cresce e come vanno le cose, non le risparmia nulla, solo e sempre la verità. Non volevo fare un panegirico o, peggio, un coccodrillo, ma raccontare la vita di una volta con un filo conduttore, che lui, Marc, mentre mangiavamo insieme, ha rimarcato. Lo cito : “ Vedi, mio padre, i miei suoceri, guadagnavano una miseria, ma, magari cavandoseli di bocca, due soldi li mettevano via. Io ho fatto come loro, i miei figli meno. I miei nipoti per niente, i miei pronipoti, penso, si lamenteranno se quello che guadagnano non basta. Ti pare normale ?”. No, Marc, non mi pare normale. Non può essere normale pensare che lo stato, questo stato, si prenda sempre cura di noi. Perché noi ci siamo presi cura di lui, mantenendolo, pagando i suoi debiti, facendolo crescere come tu dici dei tuoi pronipoti : poca voglia di fare, molte pretese e nessuna voglia di far quadrare i conti. Abbiamo sbagliato tutto ? Potevamo vivere diversamente ? Chissà ! Ma sinceramente sono contento per come è andata, per tutte le volte che ho detto no a questo stato imbelle, se poi ho perso, perché i creduloni l’hanno appoggiato, pazienza. Se c’è qualcosa che non va, sono abituato prima a chiedermi se e dove ho sbagliato e poi a prendermela con gli altri. Un’ultima cosa : lui vive in Francia e si lamenta, io in Italia. Lui spera che Sarkozy pensi meno ai suoi amici e di più al paese, io che finiscano i banana, i pettinatori di bambole, gli altisonanti professori e che spunti un po’ di buon senso, ma temo che non sarà così. Difficilmente la storia riserva lieti fine, se non dopo lunghe e penose traversie. Che stanno puntualmente cominciando.
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