Sono capitato per caso su un articolo che parlava degli uomini più ricchi del mondo. Ho visto che c’erano degli italiani, incuriosito ho guardato le foto e le microstorie raccontate. Intanto per fare piazza pulita, gli italiani nella lista sono Del Vecchio e la famiglia Ferrero. Altri non pervenuti. Mi aspettavo di trovare gli arabi del petrolio (e ci sono) e i russi, anche loro presenti. Mi aspettavo di trovare in testa i signori “Google” o il signor “Facebook” e qui invece mi sbagliavo, in testa ci sono Buffett e Gates, ma per la verità solo perché non hanno “spacchettato” le loro azioni, sennò troveremmo la famiglia Mars (terza generazione) che insieme vale ben oltre 50 miliardi di $ e poi i signori Albrecht (Aldi, catena d supermercati tedesca) che insieme passano i 40 miliardi, ma sono in compagnia di Warlton (Wal-Mart) e di Swartz (Lidl), infine troviamo i vari signori dell’e-commerce, della finanza e altri ancora.
Leggendo le storie che più mi incuriosivano, quelle della distribuzione, non ho potuto fare a meno di pensare alle grandi (si fa per dire) catene italiane. Perché qui sono più i pianti che le risa ? Mistero, ma neanche tanto fitto, basta guardare le cooperative (bianche e rosse) e i privati. Lotta a coltello e poi solo e soltanto politica, tanta politica, oppure calcio, che poi è la stessa cosa. Chiacchierare, apparire, sembrare… Organizzazione circa zero. Basta andare in un negozio Lidl per capire come deve funzionare. Personale mai scazzato ( perchè sennò va a casa, almeno in Germania), tirato all’osso, multifunzione,da cassiere a magazziniere, a seconda delle esigenze, rapporto qualità/prezzo da decente in su, quasi mai super marche e se sì, scontatissime. Numero contenuto di articoli, molti dei quali etichettati per il marchio. Sono regole semplici, non sono una scoperta, ma gli altri non lo fanno. Tentano di far passare queste catene come discount, solo perché non hanno il banco del fresco o del formaggio o della confezione, da noi si mescola il negozio tradizionale con la boutique del gusto, con il supermarket, con l’unico risultato di avere insufficienti clienti per le tre offerte, una montagna di scarti, quindi di mettere a rischio tutta la filiera. Sto parlando di questi momenti di vacche magre, quando il soldo correva, tutti correvano, nessuno pensava e si guardava intorno, al massimo si facevano barrage politici per non fare arrivare Wal-Mart in Italia, pensando che Lidl avrebbe fatto meno danno. Errato. Ma che ne potevano sapere quei signori che sedevano nel consiglio di amministrazione solo per meriti politici o familiari ? Niente e difatti l’hanno dimostrato. Chi ha avuto costanza nel difendere il prodotto e investirci, è stato premiato anche da noi. Guardate gli italiani che sono dentro e capirete. Non è vero che da noi non si può fare perché non c’è mercato. Non ci sono idee e capacità. Alla faccia dell’autopubblicità, il sor Berlusconi qui ha fatto qualcosina, all’estero solo flop. Il sor Murdock non è neppure americano, è australiano e il suo impero sta in piedi con i soldi che gli prestano le banche internazionali, non quelle di casa, previa telefonata del politico di turno. Il sor Murdock infatti non è sceso in campo, ma in compenso il suo campo è diventato un ranch.
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