Mentre il Parlamento era impegnato a salvare dall’arresto uno dei suoi componenti, i tedeschi di Heildelberg compravano Italcementi, il primo operatore del settore in Italia e uno dei primi in Europa. I Pesenti, un’altra delle storiche famiglie del salotto buono, vendeva incassando un miliardo e 600 milioni di euro. L’affare dimostra che con l’eccezione dei gruppi pubblici, Eni, Enel, Finmeccanica, il nostro Paese possiede sempre meno multinazionali, che nella nuova economia globale sono il motore trainante della produzione e dell’innovazione, senza di loro la piccola e media impresa è sempre più esposta al ricatto dei nuovi padroni, che possono cambiare luogo di produzione e fornitore. La colpa è senz’altro di un capitalismo familiare, che col passare delle generazioni, perde capacità e interesse, della mancanza di investitori istituzionali capaci di finanziare l’innovazione anche in perdita iniziale. Amazon ha raggiunto solo quest’anno un utile non stratosferico di 92 milioni di euro e la regina delle auto elettriche, l’americana Tesla è tuttora in perdita. Ma la colpa principale è della politica che ha creato una condizione in cui fare impresa è impossibile: tassazione complessiva vicina al 70%, il doppio dell’Inghilterra, burocrazia devastante, anni per avere permessi che in moltri altri paesi si ottengono in mesi, giustizia lenta e incerta, nonché a volte eccessivamente invasiva, vedi il caso Ilva, una delle prime acciaierie d’Europa. Non si fermano le fabbriche, si modificano le condizioni di produzione e soprattutto non si costruiscono case a ridosso degli impianti produttivi. Italcementi è l’ultimo grano di un rosario lunghissimo, che solo negli ultimi tempi ha visto la partenza di: Pirelli, Ansaldo Breda, Ariston, Fiat, per non parlare di Parmalat e delle aziende della moda, Gucci, Bulgari,Fendi, ecc. Di fatto anche Telecom è ormai francese, visto che Vivendi è il primo azionista, prima era spagnola. Franza o Spagna, ma purtroppo non se magna. Nel mentre la Cassa Depositi e Prestiti investe negli alberghi di Sir Forte, strategici? Più strategici dell’acciaio, dei treni, dei telefoni, dell’alimentare? A giudicare dai nostri governanti sì, forse perché hanno visto molti alberghi, ma mai un sito produttivo. Non vi sarà rinascita fino a che non si affermerà un capitalismo non familiare e non si sarà tagliato pesantemente il peso della mano pubblica, perdiamo le aziende migliori, in compenso ci teniamo 8000 aziende degli Enti Locali che non producono altro che prebende, cattiva occupazione e debiti.
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