La coop sei ancora tu?

renderer La coop sei tu, chi può darti di più. Recitava un fortunato slogan pubblicitario, molto d’attualità nelle nostre contrade, dove la coop non ti dava di più, ti dava tutto: la casa, il cibo, le strade, le ferrovie, il lavoro, il dopolavoro,la banca, l’assicurazione, la vigilanza, l’assistenza e perfino il servizio funebre. Insomma, la coop, come il partito, ti seguiva dalla culla alla bara. Ma si sa che i tempi cambiano, vanno e vengono fortuna e amore e mentre il mondo girava, le coop si fermavano: emancipate dal partito, sono finite nelle mani di una casta dirigenziale, autoreferente, ben remunerata e priva di competenze che non fossero politiche, provenivano infatti dal partito o dal sindacato. Del resto, il partito con la sua sterminata rete di amministratori, che vedevano solo le coop, era stato alla base del loro decollo e della loro affermazione fino a diventare veri giganti, per le dimensioni italiane. Non solo gli appalti arrivavano copiosi, pure il denaro del prestito soci, il sistema cooperativo delle nostre terre è arrivato ad amministrare ben oltre 1,5 miliardi di euro. La coop del resto eri tu, gestiva la tua vita, perché non farle gestire i tuoi risparmi? Neppure le inchieste di Mani Pulite le avevano scosse più di tanto, si sospettava, anzi si sapeva che pagavano tangenti, ma il compagno Greganti non parlava, la magistratura e i giornali volevano la fine del vecchio sistema e il Pci, con le coop se la cavò. Era il ’94, il mondo coop si diede un po’ di belletto e riprese i vecchi riti, ma la crisi, quella vera era in arrivo, nel 2008, quelli che erano scricchiolii diventarono crepe, il mercato immobiliare si fermò di colpo, le scelte scellerate, come il Parco Ottavi, si mostrarono nella loro crudezza e la coop Muratori Reggiolo gettò la spugna. Il sistema intervenne, nacque una new company Sicrea, presieduta, per cambiare, da un politico, ma il prestito sociale dapprima garantito al 90% dalla presidente Lega Coop, divenne sempre più sottile, mentre aumentavano i ricoveri: Orion, Coopsette, Unieco,  il carico sulle spalle di Coop Nordest e Ccpl diventò troppo pesante, già non avevano spalle fortissime. Cosi Ccpl è stata smembrata e Coop Nordest venduta a modenesi e bolognesi. So bene che formalmente è una fusione, ma di fatto trattasi di incorporazione, Reggio Emilia è la più debole, basta guardare le deleghe attribuite al suo presidente, Cattabiani. Come se non bastasse, i Greganti non esistono più, come del resto il Pci e le inchieste coinvolgono anche le coop Reggiane. Però è ancora vero che la coop siamo tutti noi, le cooperative “rosse” rappresentano una larga parte dell’economia del territorio, significano lavoro, benessere. Non sono finite, devono solo diventare imprese normali, cambiare una classe dirigente che è la stessa almeno dal ’94, fondersi, ristrutturarsi, internazionalizzarsi molto di più. L’alternativa è morire e questo, anche chi è stato critico con loro, denunciandone limiti e collusioni politiche, non può certo augurarselo.

 

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