In una scena del bellissimo film del 1989 “L’attimo fuggente”, in cui un grande Robin Williams interpreta il professore di lettere John Keating, che salendo in piedi sulla cattedra davanti ai suoi increduli e rigidi alunni, invitandoli ad imitarlo, insegna loro a riflettere sulle diverse angolazioni e punti d’osservazione di vedere le cose, se ne ricava un suggerimento che dovremmo più spesso considerare.
Se dagli inizi degli anni ’90 ad oggi la nostra società si fosse fermata ogni tanto a riflettere, ci si sarebbe forse resi conto a quale folle e insostenibile velocità l’economia stava viaggiando.
Ma purtroppo la storia è sempre più erroneamente considerata materia per soli amanti della conversazione da salotto. Al riguardo, il maestro Indro Montanelli sosteneva che un popolo, non conoscendo il proprio passato, non poteva avere un futuro. In altre parole significa che, seppur la storia non si ripeta mai uguale, è altrettanto vero che dalle esperienze passate si ricavano sempre suggerimenti o insegnamenti preziosi per non cadere in errore o ricadervi due volte.
Ragionare col senno di poi è sempre facile, però bisognava obbligatoriamente capire che si stava agendo in una dimensione reddituale che non poteva contemplare la costanza all’infinito. Nel nostro paese è cronaca quotidiana di tragedie personali che colpiscono il “popolo dei capannoni”, come artigiani, piccoli imprenditori o loro dipendenti, davanti alle quali occorre abbassare gli occhi e rispettare alcuni attimi di silenzio mentale, perché di fronte a certi gesti inflitti alla propria persona, ogni eventuale colpa personale sfuma, però poi occorre discernere, con obbiettività, diritti sacrosanti violati, da errori strategici eventualmente commessi, tra i quali si può annoverare il fatidico passo più lungo della gamba.
I diritti sacrosanti violati sono costituiti dal mancato pagamento delle prestazioni del privato verso la Pubblica amministrazione che ne ha commissionato l’opera, usando un vergognoso atto di forza, da posizione dominante, verso non più un cittadino ma un suddito, di cui non si dovrebbe manco avere traccia, in uno Stato di diritto.
Oppure l’incitamento vero e proprio che le banche hanno perpetrato verso tanti comuni cittadini nell’accendere mutui per comprare casa (facendola pagare prezzi al di fuori di ogni logica di buon senso) innestando l’abitudine sociale che acquistare un’abitazione senza averne i denari, fosse diventato, a dispetto del passato, un gioco da ragazzi.
Molte persone però, sotto effetto dell’ebbrezza, hanno confuso l’innaturale e perverso perdurare di un periodo economico artificiosamente generoso, con la normalità delle cose.
Tutto ebbe inizio negli ultimi quindici anni del secolo scorso, quando negli Stati Uniti si inaugurò una politica di espansione monetaria per favorire uno spaventoso schema Ponzi, che tanti guai avrebbe poi portato al mondo intero e che oggi ormai tutti conoscono, ma che ancora è lungi dall’essere risolto. Riassunto con l’inizio di una trentennale bolla immobiliare e proseguito con un consumismo forzoso a basso tasso d’interesse, che ha portato ad un alto indebitamento delle famiglie. Il tutto trasferito poi in Europa, con le aspettative prima e l’avvento poi, della moneta unica europea. Nella realtà dei fatti, questa giostra sui cui tutti dovevano salire, pena l’emarginazione dall’Olimpo delle opportunità, ha portato nel mondo occidentale una ricchezza fittizia, non suffragata da asset reali, cioè creata dal risparmio originato dal sudore della fronte, ma creando debito attraverso obbligazioni di Stato o private (corporate) e trasferendo questo tesoro di Mammona nelle tasche dei cittadini, in un crescendo vorticoso e circolare.
Il circolo vizioso avrebbe potuto durare per chissà quanto tempo ancora, non fosse altro per l’incognita che ogni pentola mancante di coperchio possiede: le commodity, i cui prezzi, a metà del primo decennio del 2000 iniziarono a crescere, dapprima in silenzio, poi sempre più in modo rumoroso, sicché diventò un problema in concomitanza con un invariato o sottodimensionato aumento del reddito netto del comune lavoratore, generando un’inflazione importata da paesi che spesso la democrazia non sanno nemmeno oggi cosa sia, oltretutto mettendogli in tasca enormi quantità di dollari.
Certo il comune uomo della strada non è facile che abbia sotto gli occhi, tutte le mattine quando si alza di buon ora, un quadro della situazione così articolato. Moltissimi artigiani o micro imprenditori hanno visto negli anni, a fasi alterne ma mai cessanti, un fragoroso aumento degli ordinativi, così hanno deciso di dare una svolta alla dimensione del proprio perimetro d’affari, dapprima con il passaggio dalla bottega ad un capannone ampio e confortevole (facendo allo stesso tempo un investimento immobiliare), poi sono passati ad una linea tecnologica di produzione, oltrepassando il confine pericoloso del 50 con mezzi propri e 50 a debito.
Fino ad arrivare ai giorni nostri, diciamo fine 2008 con una situazione deteriorata in cui vigeva il concetto di pagare dieci linee di produzione in leasing, salvo cambiarle immediatamente nel momento in cui la corsa tecnologica ne avrebbe messo a disposizione, dell’imprenditore ex artigiano, altre più efficienti. Chiaro che quando il castello di carta è crollato, molti sono rimasti col cerino in mano, travolgendo anche la vita, oberata dal mutuo per la casa, del loro dipendente.
Avevamo nello specchietto retrovisore, durante la nostra imprudente corsa, sia l’esempio giapponese degli anni 80, ma soprattutto infinite generazioni di uomini (e donne ancora di più) che hanno sopportato sproporzionati sacrifici, spendendo, riluttanti, vita e salute per assicurarsi un tetto e un piatto di minestra, noi ci siamo sentiti più furbi od emancipati, avevamo così ragione?
Ora ce la prendiamo con le banche, perché restie a prestare lautamente denaro a qualsiasi condizione, come in un recentissimo passato, impegnate anch’esse a sbrogliare una matassa che le ha viste protagoniste all’origine.
Voi prestereste denaro, che neanche avete, ad uno sconosciuto sapendo che non ve lo restituirà neanche se animato dalle migliori intenzioni?
La situazione è paradossale, usando un’eufemismo!
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