Il 25 ottobre ci sarà lo sciopero generale, le motivazioni sono “LAVORO, DIGNITA’, UGUAGLIANZA, PER CAMBIARE L’ITALIA”. Ora, con siffatta titolazione vorrò vedere chi non parteciperà. Sicuramente parteciperanno tutti quelli che un lavoro lo vorrebbero, poi quelli che ce l’hanno, ma paventano di perderlo, gli studenti che vorranno averlo quando usciranno dalla scuola, poi tanti altri.
Mi vorrei soffermare sui tanti altri, a partire dai sindacalisti: sia i leader maximi, che quelli che di sindacato campano. Ecco, qui le motivazioni sono solo altruistiche, perché, a meno di non considerare chi lavora per il sindacato un dipendente pubblico, ma non mi risulta, sennò perché pagheremmo le tessere sindacali? Quel lavoratore, dicevo, è l’unico a non aver risentito della crisi, perché lì, licenziamenti per riduzione del personale, non se ne sono registrati, eppure il lavoro dovrebbe essere calato, visto che a centinaia di migliaia di lavoratori sono stati mandati a casa e messi in cassa integrazione. Oddio, una mano i governi, tutti, dal centrodestra al centrosinistra, l’hanno data, ingarbugliando le dichiarazioni fiscali e tutta la burocrazia che ha a che fare con i rapporti tra lavoratori e azienda. Così questi signori stanno tranquilli e portano in alto il vessillo della dignità per chi, non avendo niente, ne ha meno. Per cambiare e semplificare, non ho visto niente da quel fronte, ma come al solito, sarò stato distratto.
Parliamo ora dei grandi. Se faccio riferimento alle immagini dei lavoratori e della manifestazione di Terni, sarebbe opportuno non si facessero vedere, ma si sa che c’è sempre un servizio d’ordine e che poi in diretta, a qualcuno che li difendeva sia venuto un mezzo coccolone nel vedere come li avevano ridotti, beh anche questa è sporca propaganda antisindacale. Di loro, che vogliono la riduzione degli stipendi dei politici ma non parlano mai dei loro, che si “dimenticano” che con il distacco sindacale maturano una seconda pensione e che quando qualcuno glielo ricorda, si dimenticano di chiedere che sia tolto quello schifo, di loro che guai a chi tocca i diritti acquisiti anche quando servono a far maturare pensioni multiple non contributive ma retributive e che non lo chiedano subito per sè, perché così poi sarebbe per tutti domani, di tutto questo non ci sarà traccia il 25. Le bandiere saranno tante, l’emozione ancora di più, ci sentiremo ancora una volta di sinistra e quelli che tali saranno per la prima volta, forse verseranno anche qualche lacrima. Ci saranno milioni di selfie, nessuno si chiederà chi paga. Renzi a casa! sarà ritmato, Merkel vaffa! sarà saltato, alla fine tutti a casa. Speriamo senza casini (voluti, questo è certo, NON da chi andrà in corteo e da chi lo avrà organizzato). Anzi, cari compagni del servizio d’ordine ‘sti bastardi perché non ce li randelliamo da soli, che poi capita come a Genova e siamo ancora lì a piangerci addosso. Ecco, vi ho detto la mia su motivi e motivazioni. A volte serve anche un bagno di emozioni per sentirsi vivi e per sperare nel domani. Servirebbe sicuramente di più essere seri tutti i minuti e mandare a ca… tutti quelli che per un verso o per l’altro ci hanno molte volte preso per i fondelli. Soprattutto quelli che dicono di parlare per noi. Come se fossimo muti. Sordi e ciechi negli ultimi quarant’anni sicuramente.
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