Equità sociale

Quella ordinaria si basa sul ritorno corretto dei servizi rispetto alle tasse versate. Vale solo in momenti di crescita, ovvero quando la disoccupazione é quella fisiologica e quando il debito pubblico é sotto controllo. Poi ci sono i momenti (sempre più frequenti) straordinari, in cui la crescita economica balla intorno allo zero e i consumi stagnano. Ovvero quello che si sta configurando come il futuro dell’occidente. Le cure sono molte:la liberista punta sulla riduzione della pressione fiscale e il conseguente abbassamento delle tutele sociali. È la cura tipica americana, che amplia la forbice tra ricchi e poveri e si basa sul sogno americano: riuscircela a fare con i propri mezzi a passare dalla seconda alla prima categoria. Funziona per gli individui, non serve per la società e quindi il problema é su cosa si pone l’accento. Abbiamo poi la ricetta socialista: tutti hanno per la posizione che occupano e comunque tutti occupano una posizione, quindi hanno un reddito. Iì si punta circa tutto sulla società e pochissimo sull’individuo. Funziona solo se gli individui sono da santi in su. Ora si stanno cercando altre, più moderne strade, quelle che sui giornali vanno sotto il nome di reddito di cittadinanza. Gli esperimenti sono molteplici, conosco abbastanza bene quello tedesco, che oggi va sotto il nome di Harz IV. Se sei bisognoso, lo Stato ti garantisce sino ad un limite di decenza, cercando di darti più servizi che soldi (perché fidarsi é bene…). Quando lo vidi, pensai (come Asterix): sono matti questi tedeschi, però alla prova dei fatti funzionava, la gente appena trovava un lavoro abbandonava lo stato di “mantenuto”. Parlo al passato perché nel tempo ho visto che i figli dei genitori Harz IV tendevano a diventare Harz IV. In pratica il giochino funziona finché c’é un forte senso morale del lavoro e del compenso del medesimo. In poche parole, finché il lavoro é un diritto tanto quanto é un dovere del cittadino. Un’altra strada é quella italiana con la cassa integrazione ordinaria e straordinaria e con gli integratori sociali. Il risultato negli ultimi vent’ anni é stato gettare un’Himalaya di soldi per far sformare i divani. Un’altra ancora é la proposta grillina. Se mai comanderanno, ne vedremo i risultati. Ma temo che saranno come quelli che ho descritto sopra. In qualsiasi società siamo, non importa se consumista o di libero scambio, a fronte di un reddito ci deve essere una prestazione e la prestazione vuol dire tempo, tempo della vita dell’individuo da mettere a disposizione di chi ti dà un reddito. Quindi il problema é che la qualità dell’impiego del tempo deve essere dignitosa e non squalificante. Sono vecchio tanto abbastanza per ricordarmi che tra i corsi riqualificanti c’erano anche quelli del gocare a flipper, perché si sosteneva che solo chi sapeva giocare poi poteva progettarne uno all’altezza. Che poi ci si iscrivessero ex muratori, questo non importava a nessuno. Il problema é che per fare una società serve un solo valore: la dignità, che poi porta all’equità e all’onestà. Quindi per favore, se date qualcosa a qualcuno, fateglielo pagare un prezzo equo. Ai miei tempi (‘68) c’era chi diceva di non regalare i volantini, perché si sprecava la carta e il tempo per stamparli, chi lo voleva doveva pagare, perché solo quello per cui si paga un prezzo, ha un valore. Allora questa regola non fu seguita e, forse, anche per questo, la realtà é quella che vediamo.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.